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AMORE

L'etimologia della parola amore risale al sanscrito kama = desiderio, passione, attrazione (vedi kama-sutra, cioè aforismi, brevi discorsi sul desiderio, sulla passione fisica). Anche il verbo amare risale alla radice indoeuropea ka da cui (c)amare cioè desiderare in maniera viscerale, in modo integrale, totale.
Un'altra interpretazione etimologica della parola amore, fa risalire il termine al verbo greco mao = desidero, da cui il latino amor da amare che indica un'attrazione esteriore, viscerale, quasi animalesca da distinguere da un'attrazione mentale, razionale, spirituale per esprimere la quale era usato il verbo diligere, cioè scegliere, desiderare come risultato di una riflessione.
Un'ulteriore e meno probabile ma curiosa ed interessante interpretazione etimologica della parola amore individua nel latino a-mors = senza morte l'origine del termine, quasi a sottolineare l'intensità senza fine di questo potentissimo sentimento. Direi, "il sentimento" per antonomasia...

17 commenti:

Kantor ha detto...

un'altra spiegazione è quella di amore da ama, che vuole dire madre

V. ha detto...

imho .. a-mors: senza morte significa che l'amore è il suo opposto, cioè vita, che senza amore si muore.

Unknown ha detto...

Amore potrebbe trarre il suo significato da: a-mores = senza costumi, senza costrizioni quindi totalmente libero.

Anonimo ha detto...

Io ho sentito la versione che dice amore significa volere mangiare (metaforicamente) l'altra persona e deriva da una lingua antica dove am anche tuttora si usa dire ai bambini quando li si da da mangiare

AndreaRaimondi ha detto...

Sempre dal sanscrito immortalità é scritta a privativa e mrityo, morte. Da qua a-more

Unknown ha detto...

@Andrea Raimondi sono d'accordo con lei...ho appena letto un libro di Tiziano terzani ( un altro giro di giostra ) da cui ho appreso l'etimologia della parola amore = ciò che non muore !

Anonimo ha detto...

“Amore”.
Questa utilizzatissima parola mostra distintamente una radice “am” a cui seguono una “r” ed una “e” : non considerando la “e” finale perché desinenza di un ablativo della terza declinazione latina e tralasciando per ora la “r” , ci accingiamo ad analizzare la radice vera.
La radice “am ...” è presente in moltissimi idiomi anche se con leggerissime differenze dovute a variazioni spesso semantiche e fonetiche e talvolta filologiche:
amma> madre (ittito), amma> nonna (mesopotamico), ama> mamma (sumero), em> mamma (aramaico), um> mamma (Accadico), Amum> fiume- Tigri (accadico), ammu> stagno (accadico) e poi ancora, ricordando come spesso si sono perdute iniziali “h” o “f” o “k”, possiamo riportare: hamu> confidare (accadico), hm>guardare (aramaico), K-ama>Amare (sanscrito).

La variazione semantica della “b” in “m” e viceversa e della “b” in “v” ci porta lemmi quali: hb> amare (ugaritico), abib> amare (arabo), ahab> amare (ebraico), e pure l-ove (fon. “l-av” )> amore (inglese).

Seguendo anche la variazione di ab > av > ev, troviamo Eva (la prima madre del paradiso terrestre) , la madre terra (ab) e l’acqua (mem) in contrapposizione al sole fecondatore (el o an). Terra ed acqua che insieme si potenziano e si prestano a costituire l’Humus substrato che una volta fecondato dal sole origina la vita. In arabo per humm si intende una madre ma anche una donna in età fertile… e la stessa radice la troviamo nel lemma inglese di woman che vuol dire donna e nella parola “ umanità” … e potremmo ancora continuare.

Questo iter ci spiega come sia sempre stato utilizzato il fonema “am” come radice per costruire lemmi che avessero nel loro significato l’accezione di energia e di forza propulsiva. Per amore noi intendiamo una accezione di pura energia vitale ed affettiva che può avere carattere duale per la presenza di un valore alto e spirituale da una parte ed un più basso significato di accezione dall’altra: il lemma dell’antico greco “himeros”> amore ha perduto la radice iniziale “him” conservando la seconda parte “eros” ed attribuendo a questa un’accezione che parla di desiderio passionale e terreno (almeno per la nostra formazione).

Ma la accezione prima è quella di energia vera e spirituale che tende all’elevazione (amor platonico), che tende al cielo e per le tavole smeraldine che tende alla parte più profonda del nostro io interiore. L’energia simboleggiata dall’acqua e che nell’acqua e col sole attua lo “ jeros gamos”, il suo frutto più importante, è la nostra meta, è il fine a cui tendiamo, è il punto temporale a cui ci riferiamo per un sicuro ricovero (liquido amniotico). Quando abbiamo necessità di conforto pronunciamo il lemma “mamma” e, come noi, lo pronunciano anche se con differenze semantiche la quasi totalità del genere umano… e filosofie orientali emettono l’ “om”… e nella quotidianità del mio lavoro profano, se desidero una mandibola in riposo neuromuscolare per individuare la sua rest position e facilitare una confortevole postura corporea globale di olistica armonia, chiedo al paziente di pronunciare l’antica radice “am…”. (Sauro Pruscini-Città di Castello)

Unknown ha detto...

Mors a-mors io credo fermamente
L'amore è infinito il giusto contrapposto alla morte e l'unica possibilità che abbiamo per dare senso e immortalità alla nostra vita

Anonimo ha detto...

Complimenti per anonimo e per la sua ottima spiegazione. AA more non c'entra nulla col semitico Mara amarezza?
Chiedo.....

Vittorio Daniele ha detto...

Non sembra che vi siamo evidenze che facciano propendere per questa interpretazione etimologica.

Anonimo ha detto...

A me piace la possibile origine che identifica l'etimo nel "mangiare" .
Come dice un commento precedente, in Sicilia , e penso altrove, si dice "am" quando si accosta il cucchiaio alla bocca del bimbo per indurlo a mangiare.
Stupendo

Anonimo ha detto...

Complimenti, ottimo approfondimento

Anonimo ha detto...

Un’altra teoria, certamente meno romantica, si aggrappa al fatto che amor sia Roma al contrario, quindi si identifichi nell’amore verso la patria

Anonimo ha detto...

Che interessante spiegazione. Grazie

Gina ha detto...

Interessantissimo commento. Grazie

Anonimo ha detto...

Nel caso della parola "amore", le spiegazioni, per quanto suggestive ed affascinanti, non ne rivelano mai un significato universale ed oggettivo. Nella vita umana, però, esiste sempre un'esperienza che, allargando l'ordinaria capacita' di capire (sia nel senso di accogliere, sia nel senso di com-prendere), permette di rispecchiarsi al di fuori della propria coscienza e, al contempo, di scoprire in se stessi ciò che non ci appartiene. In genere questa esperienza procura una fiducia gioiosa che sovrasta ogni paura o vergogna e permette la creazione di tutto ciò che fa bene. Mah .... mesa' che mi sono incartata .... meglio viverlo l'amore che "parlarlo" 😁

Anonimo ha detto...

Propendo, anima e cuore, per questa interpretazione.. a-mrityo=ciò che non muore.. chi ha perso la sua altra metà del cielo, lo sente che ciò che non muore, ciò che resta, a distanza di anni, è proprio Amore, è persistente..