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CHITARRA, etimologia e significato

La parola chitarra ha un'etimologia che risale a diverse lingue e tradizioni culturali. Partendo dalla sua forma attuale in italiano, la parola deriva dallo spagnolo guitarra, che a sua volta proviene dall'arabo qīthāra (قيثارة), un termine utilizzato per indicare strumenti a corda. L'origine araba del termine si innesta su uno sviluppo ancora più antico, che passa dal greco antico κιθάρα (kithára), un importante strumento musicale nell'antica Grecia, simile alla lira, ma di dimensioni più grandi e con una struttura più complessa. La parola greca kithára probabilmente ha una radice indoeuropea e si connette al sanscrito gīt (canto) o gaitha (corda vibrante o canto).

Di seguito, una panoramica dettagliata delle principali tipologie di chitarra, partendo dalle forme più antiche fino a quelle moderne:

-  Cithara Romana (I secolo a.C. – I secolo d.C.)

La cithara romana è uno degli strumenti più antichi che possiamo considerare antenato della chitarra. Derivata dalla kithára greca, era uno strumento a corde pizzicate, simile alla lira, ma con una struttura più rigida e geometrica. Aveva poche corde (tra 4 e 7) tese su una cassa armonica fatta di legno. Era uno strumento usato soprattutto nell'ambito della musica colta e religiosa.

-. Chitarra Rinascimentale (XV-XVI secolo)

La chitarra rinascimentale era uno strumento più piccolo e delicato rispetto alle versioni moderne, con quattro o cinque cori (gruppi di due corde accordate all'unisono o a ottava). Il suo utilizzo si sviluppò in Europa tra il XV e XVI secolo. Le corde erano generalmente di budello e veniva utilizzata per accompagnare balli e canzoni popolari. Lo strumento aveva una cassa armonica decorata e intarsiata, con una forma più stretta rispetto a quella delle chitarre moderne.

- Vihuela (XVI secolo)

La vihuela fu molto popolare in Spagna e in Italia nel corso del Rinascimento. Questo strumento, con sei cori di corde, aveva una forma simile alla chitarra ma era di dimensioni maggiori e veniva suonato in modo simile al liuto. Era utilizzato sia per l'accompagnamento sia come strumento solista e veniva spesso accordato come il liuto. Si distingue per la sua cassa armonica decorata con intagli e rosette elaborate.

-  Chitarra Barocca (XVII secolo)

Nel periodo barocco, la chitarra si evolse ulteriormente con l'introduzione della chitarra barocca a cinque cori. In questo periodo, lo strumento divenne popolare non solo per accompagnare le canzoni ma anche come strumento solista virtuoso. La chitarra barocca aveva una cassa armonica sottile e stretta, con un suono più nitido e brillante rispetto ai modelli precedenti.

-  Chitarra Classica (XIX secolo - oggi)

La chitarra classica, come la conosciamo oggi, si è sviluppata nel XIX secolo grazie al liutaio spagnolo Antonio Torres Jurado. Questa versione ha sei corde singole, una cassa armonica più grande rispetto ai modelli precedenti e una tastiera più lunga. Le corde, originariamente in budello, oggi sono fatte di nylon. È utilizzata principalmente per la musica classica e tradizionale, con un suono caldo e dolce. Questo strumento è caratterizzato dal fingerpicking, in cui le dita pizzicano direttamente le corde.

-  Chitarra Acustica (XIX-XX secolo - oggi)

La chitarra acustica si differenzia dalla chitarra classica per la presenza di corde in metallo e una cassa armonica più robusta, pensata per produrre un suono più forte e brillante. Sviluppata principalmente negli Stati Uniti nel XIX secolo, è utilizzata in generi come il folk, il blues e il country. La sua costruzione e dimensione varia, ma una delle versioni più conosciute è la chitarra Dreadnought, creata dalla Martin & Co. negli anni ’20 del XX secolo, con una cassa particolarmente ampia e un suono potente.

-  Chitarra Archtop (XX secolo)

La chitarra archtop fu sviluppata nei primi del Novecento e si distingue per la sua cassa armonica arcuata, ispirata agli strumenti ad arco come il violino. Le chitarre archtop sono spesso utilizzate nella musica jazz per il loro suono profondo e caldo. Spesso sono dotate di una buca a forma di "f" (come nei violini) invece della classica rotonda.

-  Chitarra Elettrica (XX secolo - oggi)

La chitarra elettrica rappresenta una svolta radicale nel mondo degli strumenti a corda. Introdotta negli anni ’30 del XX secolo, si differenzia per la presenza di pick-up magnetici che trasformano le vibrazioni delle corde in segnali elettrici, amplificati da un amplificatore esterno. Non ha bisogno di una cassa armonica per amplificare il suono, il che ha permesso di sperimentare forme e design diversi. Alcuni modelli iconici includono la Fender Stratocaster e la Gibson Les Paul. Utilizzata in generi come il rock, il jazz, il blues e il pop, è uno degli strumenti più influenti della musica moderna.

-  Chitarra Semi-Acustica (XX secolo - oggi)

Le chitarre semi-acustiche, introdotte a metà del XX secolo, combinano elementi della chitarra acustica e di quella elettrica. Hanno una cassa armonica più sottile rispetto alle acustiche tradizionali, ma presentano anche pick-up che permettono di amplificare il suono. Sono particolarmente apprezzate nella musica jazz e blues, dove offrono un suono caldo e risonante, ma possono anche essere amplificate per contesti rock.

-  Chitarra a 7 e 8 corde (XXI secolo)

Negli ultimi decenni, si sono sviluppate anche varianti della chitarra elettrica e acustica con 7 o 8 corde, utilizzate principalmente nella musica metal e in generi sperimentali. Queste chitarre offrono un'estensione tonale maggiore, soprattutto nei registri bassi, e consentono maggiore versatilità nell'esecuzione.

-  Chitarra MIDI e Digitali (XXI secolo)

Con l'avvento della tecnologia digitale, sono state create anche chitarre con sistemi MIDI o completamente digitali, in grado di controllare sintetizzatori o produrre suoni campionati. Questi strumenti permettono ai chitarristi di esplorare nuove possibilità timbriche e creative, mantenendo la tecnica tradizionale del suonare la chitarra.

Chitarre

TIRCHIO

Riguardo alla parola tirchio, tra le ipotesi etimologiche più accreditate troviamo:

  • quella che individua la sua origine nella voce dialettale toscana tirchio, dal greco thèriakós= ferino, selvaggio, che protegge aggressivamente il suo;
  • quella che individua la sua origine nel termine ticco, a sua volta dallo spagnolo tecco cioè bastone, pezzo di legno non lavorato, e quindi, in senso lato, gretto, rozzo, ostinato, duro (a privarsi del suo);
  • quella che individua la sua origine nella radice del verbo tirare; quindi, tirchio come tirato nello spendere o nel donare i suoi beni;
  • quella che individua la sua origine nel termine dialettale antico pirchio (maschile di perchia, a sua volta dal latino percula) cioè che inganna, alludendo a chi, pur essendo abbiente, si finge povero per timore di essere costretto a cedere, anche in minima parte, il suo patrimonio.

Mutatis mutandis, la parola tirchio è usata, in ogno caso, con accezione negativa, come sinonimo di avaro, spilorcio, taccagno, avido, per indicare persona che superando oltremodo il limite dell'oculatezza, si caratterizza per un attaccamento smodato a ciò che possiede, anche a costo di figure miserabili.

FARABUTTO

 L'etimologia della parola farabutto offre due interpretazioni altrettanto plausibili e valide:

- dallo spagnolo faraute, a sua volta dal francese hèraut = araldo, messaggero, mediatore; da cui,  nel  XVIII secolo la locuzione dialettale napoletana frabbotto/frabbutto, che acquista accezione dispregiativa significando mezzano, imbroglione, persona di malaffare

dall'olandese vrij-buiter da cui l'inglese freebooter  = bottino libero, col significato di filibustiere, canaglia, mascalzone...

Anche nel linguaggio corrente ha prevalso la connotazione fortemente negativa tant'è che l'epiteto di farabutto è utilizzato per indicare  uomo (non esiste una declinazione al femminile) spregevole, sleale e senza scrupoli.

BIZZARRO

L'etimologia della parola bizzarro è alquanto incerta e controversa. Tra le varie interpretazioni etimologiche, prendiamo in considerazione le tre che sembrano più convincenti:
  • dallo spagnolo bizarro = coraggioso, valoroso. Forse a sua volta derivato dal basco bizarra = barba, per cui, virile, aggressivo (vedasi la parola imbizzarrito riferita ad un cavallo divenuto aggressivo). In un primo tempo con l'accezione prima riportata, poi con l'accezione di strano, eccentrico...)
  • dal francese bigarre = variegato da bigarrer = variegare, screziare (a sua volta derivato da bis + variare). In un primo tempo riferito alle stoffe variopinte e poi applicato al carattere stravagante ed eccentrico, proprio di chi è bizzarro;
  • da bizza ( dall'antico tedesco bizzan = pungere, mordere) + -ardo, poi trasformatosi in -arro, per cui pungente, mordente e poi, in senso lato insolito, estroso....

VANVERA

L'etimologia della parola vanvera è di origine incerta: alcuni riconducono l'etimologia di vanvera all'antico lemma onomatopeico fanfera dal suono fan-fan  (da cui fanfarone = chiacchierone, spaccone, sbruffone, millantatore);  altro etimo, dallo spagnolo bambàra dall'omonimo gioco di carte, a sua volta da bambarria che nel gioco del biliardo indica un tiro sbagliato ma casualmente vincente. Per cui, chi parla a vanvera è colui che parla a casaccio, diremmo con una perifrasi moderna, chi utilizza le labbra senza connetterle col cervello...
Una meno diffusa ma non meno interessante etimologia del termine vanvera riconduce l'etimo ad uno strumento in uso nel Seicento presso i Veneziani che era chiamato appunto vanvera: si trattava di un contenitore per i gas intestinali utilizzato da chi soffrisse di meteorismi incontrollabili, che permetteva di scaricare, anche in pubblico, ed immagazzinare momentaneamente tali miasmi un un sacchetto di pelle, e di scaricarli successivamente, una volta non in presenza di altre persone !

AZIENDA

L'etimologia della parola azienda deriva dallo spagnolo hacienda, tratto dal latino facienda, con il significato di cose da farsi; solo in seguito il termine ha assunto il significato odierno di organizzazione che svolge una qualsiasi attività economica di produzione.

In realtà, coerentemente con la sua etimologia, la definizione tecnica di azienda è "ordine strettamente economico degli istituti" e quindi possiamo definire correttamente "azienda" non solo l'insieme delle attività economiche di un'impresa di produzione, ma anche quello delle famiglie, dello Stato e delle organizzazioni non profit.