Cerca nel blog

VANVERA

L'etimologia della parola vanvera è di origine incerta: alcuni riconducono l'etimologia di vanvera all'antico lemma onomatopeico fanfera dal suono fan-fan  (da cui fanfarone = chiacchierone, spaccone, sbruffone, millantatore);  altro etimo, dallo spagnolo bambàra dall'omonimo gioco di carte, a sua volta da bambarria che nel gioco del biliardo indica un tiro sbagliato ma casualmente vincente. Per cui, chi parla a vanvera è colui che parla a casaccio, diremmo con una perifrasi moderna, chi utilizza le labbra senza connetterle col cervello...
Una meno diffusa ma non meno interessante etimologia del termine vanvera riconduce l'etimo ad uno strumento in uso nel Seicento presso i Veneziani che era chiamato appunto vanvera: si trattava di un contenitore per i gas intestinali utilizzato da chi soffrisse di meteorismi incontrollabili, che permetteva di scaricare, anche in pubblico, ed immagazzinare momentaneamente tali miasmi un un sacchetto di pelle, e di scaricarli successivamente, una volta non in presenza di altre persone !

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ponocrates, precettore di Gargantua, accompagnava una volta al mese il suo allievo fuori città (Parigi) a Gentilly, o a Boulogne, o a Montrouge, o al ponte Charenton, o a VANVES, o a Saint-Claud, per farlo riposare dal veemente sforzo mentale nello studio.
Siamo nel XVI secolo, ho pensato che "andare a vanvera" possa in qualche modo essere collegato a Vanves. E' una mia supposizione, derivata esclusivamente dalla lettura del testo.

Bruno ha detto...

Io ho saputo che Vanvera era una sordomuta vestale di un tempio, la gente si recava da lei per esprimere le loro preoccupazioni, chiaramente non serviva a nulla visto che non poteva sentire ne parlare.