Il termine "simbolo" deriva dall'unione del prefisso σύμ- (sym-), "insieme" con il verbo greco βάλλω (ballo) "getto”, letteralmente significa quindi "mettere insieme", unire, armonizzare; ciò ci permette subito di cogliere nella sua etimologia il
significato profondo dell’unità, quasi
metafisica, tra significante e significato, idea e rappresentazione che questo termine racchiude in sé: non a caso il suo contrario è διαβάλλω (diabàllo) da cui il
termine moderno “diavolo”, colui che divide per antonomasia.
In effetti, tutta la realtà che ci circonda,
tutto quello con cui veniamo a contatto ogni giorno, tutto quello che pensiamo,
esprimiamo, indichiamo, necessita della mediazione di simboli: che siano
lettere, simboli dei suoni; numeri, simboli delle quantità; parole, simboli di
concetti; immagini, simboli di idee; in tutti questi casi la mente umana ha
bisogno di utilizzarli per collegare una realtà tangibile ad una puramente
intellegibile.
Potremmo addirittura affermare che : “Se il Verbo è Pensiero all’interno e Parola all'esterno, e se il mondo è l’effetto della Parola divina proferita
all’origine dei tempi, la natura stessa può essere presa come simbolo della
realtà soprannaturale.” (René Guenon,
Simboli della Scienza sacra, Adelphi, Milano 2011, p. 22)
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