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PALINSESTO, etimologia e significato

La parola palinsesto deriva dal greco antico παλίμψηστος (palímpsēstos) , composto da πάλιν (pálin = di nuovo) e ψῆστος (psêstos, derivato da psào = raschiare). Letteralmente, indica un oggetto "raschiato di nuovo". Il termine compare in Quintiliano (Institutio Oratoria , I, 1, 21), che paragona la mente umana a un palinsesto, sottolineando la capacità di sovrascrivere conoscenze. Il verbo greco psào risale alla radice protoindoeuropea peis- = tagliare, raschiare. In sanscrito, il verbo picchāti = coprire, spalmare condivide questa radice, evidenziando una connessione semantica tra azioni di cancellazione e rinnovo nell'area indoeuropea. I palinsesti divennero comuni nell'antichità e nel Medioevo, quando il costo elevato del pergamena spinse al riutilizzo dei supporti. Esempi storici : Il Palinsesto di Archimede (X sec. d.C.): Conteneva opere del matematico greco, raschiate nel XIII sec. per scrivervi preghiere; il Codex Ephraemi Rescriptus (V sec. d.C.): Un manoscritto biblico greco sovrascritto con sermoni cristiani nel XII sec. Nei monasteri medievali, i testi pagani venivano spesso cancellati per far spazio a contenuti cristiani, riflettendo un controllo ideologico sulla conoscenza. Il riutilizzo dei manoscritti non era solo pratico, ma anche politico. Nell'Impero Bizantino, ad esempio, la cancellazione di testi classici a favore di contenuti religiosi rafforzava l'identità cristiana: Nel Medioevo europeo, la Chiesa consolidò la sua autorità attraverso la selezione di testi, cancellando eredità pagane. Attualmente l''uso di tecnologie come l'imaging multispettrale per leggere gli strati nascosti dei palinsesti (es. il Palinsesto di Archimede, studiato da Reviel Netz) riflette lo sforzo volto a ricostruire le opere del passato.

Palinsesto

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