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FESTA

L'etimologia della parola festa risale al latino festum o a dies festus = giorno di festa indicando un giorno di "gioia pubblica, giubilo, baldoria". La festa come evento gioioso comunitario o, quantomeno, da condividere con gli altri. Come dire....senza condivisione e partecipazione, niente vera festa...
Un'origine ancora più antica, si riferisce al greco festiao o estiao che indica l'atto di accogliere presso il focolare domestico (in sanscrito il focolare si indica col termine vastya) confermando il significato originario e profondo di condivisione, di accoglienza e di comunione gioiosa della festa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace ma credo ci sia un po' di confusione: il giorno in cui era possibile tenere mercato, assemblee pubbliche ecc. senza offendere gli dei era "dies fasto" (non dies festus....) contrapposto al "dies nefasto". Non so se termine festa abbia qualche collegamento con il giorno "fasto" ma non centra nulla con la baldoria

Vittorio Daniele ha detto...

Spiace anche a me, ma la confusione credo la stia facendo questo post di "Anonimo": tutte le interpretazioni etimologiche più accreditate, indicano in "dies festus" e non "fasto" l'origine della parola festa. I "dies fasti" erano, appunto, erano i giorni dell'anno in cui, nell'antica Roma, era possibile trattare gli affari pubblici e privati; La parola deriva da fas, che significa "ciò che è permesso", cioè "ciò che è legittimo agli occhi degli dèi". I Fasti dies, infatti, erano i giorni in cui si potevano contrarre gli affari senza commettere empietà, in contrasto ai dies nefasti, i giorni in cui le assemblee e tribunali non potevano riunirsi.
Un'altra cosa è il dies festus, cioè il giorno in cui si banchetta, si esprime liberamente l'allegria del focolare, del bere e del mangiare. Il termine latino "festus" trova origine, probabilmente, nel greco antico, segnatamente in Ἑστία,(da cui anche il verbo ἐσθίω = banchettare) dea greca della casa e del focolare domestico, quindi vuol dire propriamente "giorno del focolare, del banchetto"e non giorno in cui era possibile trattare gli affari pubblici e privati senza essere accusati di empietà.