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LAVORO

L'etimologia della parola lavoro è da ricondursi alla radice sanscrita labh- (a sua volta dalla più antica radice rabh-) che, in senso letterale, significa afferrare, mentre, in senso figurato, vuol dire orientare la volontà, il desiderio, l'intento, oppure intraprendere, ottenere...  In greco antico, il verbo λαμβάνω (lambano) che esprime l'idea di afferrare, prendere, ottenere sembra potersi ricondurre alla stessa radice sanscrita di cui sopra. Da questa antica radice indoeuropea deriva anche il latino labor = fatica (a sua volta, dal verbo latino labi, che significa scivolare, cadere). Questo verbo era spesso utilizzato per descrivere il movimento di una persona che cadeva a terra o si muoveva con fatica, nello sforzo di compiere un'attività fisica. Da ciò, possiamo concludere che, sin dall'antichità, il lavoro fu inteso come un'attività faticosa volta ad ottenere i risultati che il lavoratore (o chi per lui) si prefiggeva di raggiungere.  
Infatti, nell'antica Roma, il termine "labor" si riferiva principalmente al lavoro manuale, in particolare a quello svolto dagli schiavi. In questo contesto, il lavoro era visto come una forma di punizione o di umiliazione. Gli schiavi erano spesso costretti a svolgere lavori pesanti e faticosi, come l'estrazione mineraria, la costruzione di edifici e la pulizia delle strade. Con l'avvento del cristianesimo, il concetto di lavoro subì un'ulteriore evoluzione; San Paolo, nel Nuovo Testamento scrive: "chi non lavora non mangi". Questo principio sottolineò l'importanza del lavoro come mezzo per guadagnarsi il pane quotidiano e per contribuire alla comunità. 
Nel Medioevo, il concetto di lavoro era strettamente associato al concetto di servitù. Le persone che lavoravano erano generalmente considerate inferiori a quelle che non lo facevano (generalmente, i nobili), e il lavoro stesso era visto come una forma di punizione per i peccati commessi. Tuttavia, con l'avvento della Rivoluzione Industriale e l'aumento della produzione di massa, il lavoro divenne sempre più importante per l'economia e per la società nel suo complesso. Il concetto di lavoro è stato anche oggetto di dibattito filosofico e politico. Il filosofo tedesco Karl Marx, ad esempio, sostenne che il lavoro era la vera fonte della ricchezza e che i lavoratori dovevano appropriarsi dei mezzi di produzione per ottenere una giusta remunerazione per il loro lavoro.
Oggi, il lavoro è una parte fondamentale della vita delle persone in tutto il mondo. Miliardi di persone lavorano per guadagnarsi da vivere, per contribuire alla società e per realizzare i propri obiettivi personali. 
Tirando le somme, il significato della parola "lavoro" è stato plasmato da diverse influenze culturali nel corso del tempo. Ad esempio, la cultura agricola ha influenzato il significato originale della parola, che era legato alla fatica fisica e al lavoro dei campi. In seguito, l'industrializzazione e la crescita economica hanno portato a una maggiore importanza del lavoro retribuito e alla sua associazione con il reddito e la posizione sociale. Inoltre, la cultura occidentale ha spesso visto il lavoro come un'attività che fornisce un senso di realizzazione personale e di identità. Le differenze culturali possono influenzare il concetto di lavoro in molti modi. Ad esempio, in alcune culture, il lavoro è visto come un dovere verso la famiglia e la comunità, mentre in altre culture, il lavoro è spesso associato all'individuo e alla sua realizzazione personale. In alcune parti del mondo, il lavoro è visto principalmente come un mezzo per guadagnare denaro e migliorare la propria posizione sociale, mentre in altre parti del mondo, il lavoro è visto principalmente come un modo per contribuire alla società e al bene comune. Nella Costituzione del nostro "belpaese", il lavoro è indicato come fondamento della repubblica democratica. Tuttavia, negli ultimi tempi, a causa della globalizzazione dei mercati, le politiche del lavoro si sono spostate su principi di estrema flessibilità. Ciò ha comportato una progressiva diminuzione della tutela dei lavoratori (specialmente dei giovani) causata dalla precarietà introdotta da varie soluzioni contrattuali "atipiche" che, anziché garantire i lavoratori, garantiscono molto più i datori di lavoro, specialmente se applicate non proprio con la massima correttezza, ma utilizzate come "escamotages" da qualche furbetto che cerca di arricchirsi col sudore altrui...Infine, la mancanza di una determinazione legislativa del cosiddetto "salario minimo", espone ulteriormente i lavoratori, già precari, a salari ridicoli, che offendono la dignità del lavoratore ancorché la sacralità del lavoro in se stessa. 

Meccanico al lavoro

3 commenti:

Daniela ha detto...

Elucubrazioni disconnesso.
Tempo fa ho letto qualcosa che mi ha colpito...lavoro come sofferenza.Ci credo che non si voglia lavorare in questo senso...Trovo che la fatica non sia un grosso problema.La sofferenza sì.Si fanno "soldi"solo soffrendo?Allora trovo che a scuola i lavoratori(tra cui i nostri studenti)possano avere presente il crocefisso come simbolo della situazione umana...Ecce homo . Per questo molti possono essere spaventati da questo simbolo e non lo vogliono.È da anni che mi confronto sull'articolo della nostra Repubblica che dice che è fondata sul lavoro e mi piacerebbe sapere se esiste qualcosa di uguale nel mondo.Trovo che la sofferenza dovrebbe essere equamente condivisa ma funzionalmente alla comprensione di un modo nuovo di stare al mondo affinchè tale sofferenza non sia più necessaria.
Daniela

Andrea ha detto...

Buongiorno stiamo cercando un mondo migliore e lo sarà solo se lo desideriamo..hai avuto un bel pensiero nel tuo scritto

Marijke ha detto...

Buongiorno! Anche Karma significa Lavoro-Azione. Veniamo in questo Mondo proprio per liberarci volontariamente dall’egoismo. Nascendo nel dualismo, diventiamo consci gradualmente di avere un corpo e una volontà, scoprendo il potere di concetti come “io”..”mio”. Ci separiamo dall’Uno (usciamo dal Paradiso).

Sta a noi poi -una volta consapevoli o adulti- ritrovare la Via verso Casa: ritrovare l’Unione. Qualsiasi Unione richiede una certa rinuncia all’ego. Una donna diventa madre e l’Amore verso il figlio fa sì che lei rinuncia per molti anni a se stessa...

Il problema odierno è che molti di noi si sentono “figli dell’Imperatore”, cioè del mondo mondano. Ma siamo figli dell’AMORE-LUCE DIVINO/A.
L’Amore unisce, l’egoismo divide.
A ognuno viene data la libertà di scelta, ma riceviamo anche gli effetti della scelta. E noi non possiamo liberarci dunque dalle conseguenze delle ns azioni che attraverso l’azione positiva. Immaginiamo di provocare con l’egoismo una valanga...(o un incidente).
Non possiamo fermarla o girare il film indietro. Il Karma dovrà essere vissuto, semmai in una prossima vita se non è possibile in questa. Ora, non è che ci verrà chiesto di spalare tutta la terra, la neve, le rocce, o altro, ma un lavoro di ripristino/riequilibro sarà inevitabilmente richiesto affinché noi comprendiamo e miglioriamo interiormente, cioè evolviamo (ex-volgere) scoprendo che la strada giusto è rinunciare all’egoismo e seguire la Via delll’AMORE (a-morte/Amrita =elisir della Vita Eterna). Ecco perché il detto “il lavoro nobilita” contiene una profonda Verità-Saggezza.
Auguriamoci di comprendere le parole dei Maestri dell’Oriente
e dell Occidente:
Ama il prossimo tuo quanto te stesso.
Il Mondo ritornerebbe mondo..
Un Paradiso!
🙏🏽