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VACCINO

L'etimologia della parola vaccino risale all'aggettivo latino vaccinus = della vacca (sottinteso, vaiolo). Nel 1796, il medico britannico Edward Jenner utilizzò il termine vaccino la prima volta per indicare il materiale ottenuto dalle pustole di bovini ammalati di vaiolo bovino, infezione letale per i bovini ma lieve negli esseri umani. Lo scienziato intuì che, inoculando in soggetti umani il "vaccino", si otteneva in questi ultimi la produzione anticorpi specifici che assicurassero l'immunità anche per la letale variante umana del vaiolo.

In realtà, già nell'antichità (addirittura nel periodo delle guerre del Peloponneso - intorno al 400 a.C.), pur essendo totalmente all'oscuro delle moderne conoscenze immunologiche, si era osservato che chi si era ammalato di peste e ne era guarito aveva poche probabilità di ammalarsi una seconda volta.

Un secolo dopo, lo scienziato Louis Pasteur sperimentò che per ottenere l'immunità verso un patogeno si potevano usare preparazioni microbiche alterate usando midollo spinale di conigli infettati con la rabbia e bacilli di antrace riscaldati.

L'intuizione si rivelò perfettamente efficace, tant'è che nel 1980 si è pervenuti alla completa eradicazione del vaiolo.

A seconda della metodologia seguita per ottenerli, i vaccini si ottengono da:

  • organismi attenuati, come i vaccini per la poliomielite di Sabin (OPV), febbre gialla, morbillo, parotite, rosolia, varicella, rotavirus e vaiolo.
  • organismi inattivati o uccisi, come i vaccini per la rabbia, l'antipoliomielite di Salk (IPV), antinfluenzali, pertosse, colera, epatite A, febbre tifoide e peste;
  • antigeni purificati (o vaccini a subunità), come i vaccini (costituiti da anatossine) contro il tetano o la difterite;
  • antigeni ricombinanti e peptidi sintetici, come il vaccino contro l'epatite B;
  • vaccini a DNA o a RNA;
  • miscele adiuvanti e carriers proteici coniugati agli antigeni che consentono una maggiore risposta immunitaria e vengono spesso utilizzate nei vaccini contenenti antigeni polisaccaridici (più difficili da riconoscere per i linfociti) quali quelli contro meningococchi, pneumococchi ed Haemophilus influenzae di tipo B. Gli adiuvanti sono spesso inseriti anche nei vaccini antinfluenzali
Molti dei vaccini in uso oggi sono formati da virus attenuati o da virus inattivati e inducono una risposta umorale.                                                                                                                                         (fonte:  https://it.wikipedia.org/wiki/Vaccino)

Di seguito, si riportano alcuni dati che illustrano l'andamento di varie patologie in territorio statunitense prima e dopo la commercializzazione del relativo vaccino:

PatologiaNumero massimo di casi (anno)Numero di casi nel 2009Variazione percentuale
Difterite206.939 (1921)0-99,99
Morbillo894.134 (1941)61-99,99
Parotite152.209 (1968)982-99,35
Pertosse265.269 (1934)13.506-94,72
Poliomielite (paralitica)21.269 (1952)0-100,00
Rosolia57.686 (1969)4-99,99
Tetano1.560 (1923)14-99,99
Epatite B26.611 (1985)3.020-87.66

(fonte:  https://it.wikipedia.org/wiki/Vaccino)

VIRUS

L'etimologia della parola virus si ricollega alla radice indoeuropea vis- che significa essere attivo, essere aggressivo; da questa radice, il sanscrito vis-âs = veleno ed il latino virus = veleno  In biologia indica un agente patogeno di natura non cellulare e privo di un proprio metabolismo. Pertanto, i virus per replicarsi, debbono introdursi come parassiti in cellule animali, vegetali , o batteriche, alterandone il materiale genetico e producendo proteine virali che danneggiano l'integrità cellulare. A seconda che il genoma dei virus sia composto da DNA o da RNA abbiamo i desossivirus o i retrovirus. I virus sono responsabili di numerose malattie infettive ma anche di alcuni tumori. 
In informatica, col termine virus si intende un codice malevolo, che una volta introdotto nel sistema, causa danni o malfunzionamenti cancellando parti di memoria o alterando i software regolarmente installati oppure capta informazioni riservate.

VOTO - VOTARE

L'etimologia della parola voto è legata alla radice indoeuropea vâgh-  da cui il sanscrito vâgh-àt = promessa votiva, sacrificio. Tale radice si ritrova, poi, nel latino popolare vogh-vere, poi vovere = offrire in voto, dedicare. In origine i termini votovotare avevano un'accezione prevalentemente legata al sacro. Solo in seguito, votare acquisì il significato più ampio di suffragare, eleggere, giudicare, valutare, approvare.

VERDE

L'etimologia della parola verde si ricollega al latino viridis, a sua volta, dal verbo virere = essere verde, verdeggiare. Andando ancora più indietro alla ricerca delle origini della parola verde, troviamo la radice indoeuropea ghvar-, poi var- = essere verde (o giallo), ed, in senso lato, splendere. Quindi, in origine verde significava "colore splendente".

VERGINE

L'etimologia della parola vergine, in latino virgo, si riallaccia alla radice indoeuropea varg- = essere gonfio, turgido, rigoglioso e quindi, in senso lato, maturo (al matrimonio o all'attività sessuale in genere). Da sottolineare che la stessa radice sanscrita varg- o urg'- si ritrova nell'etimologia del termine orgasmo che, letteralmente, esprime l'idea dell'esuberanza o nel termine greco ὀργάς (orgàs) = ubertoso, fertile (riferibile sia ad un terreno, sia ad una ragazza pronta al matrimonio).
Alla luce di tale interpretazione etimologica, la parola vergine indica solo indirettamente lo status di "illibatezza" che il linguaggio corrente attribuisce a questo termine. L'originario significato della parola vergine esprime, in primis, piuttosto la condizione di maturità alla vita sessuale e poi, solo come deduzione, la condizione di non avere avuto, fino a quel momento, esperienza sessuale, quantomeno completa.

VERME

L'etimologia della parola verme si ricollega all'antica radice indoeuropea var-  o kvar-  che esprime l'idea di spingersi avanti, muoversi.
Un'altra ipotesi vede nel verbo latino vertere = volgere, torcersi la corretta etimologia della parola verme (in latino vermen).
In entrambi i casi, comunque, l'etimologia di verme indica l'azione di spingersi avanti contorcendosi, tipica degli animali così denominati.
In senso figurato, la parola verme è utilizzata in senso fortemente dispregiativo per indicare un individuo viscido e contorto...

EXPO (NUTRIRE il PIANETA, ENERGIA per la VITA)

Si avvicina il grande evento che vedrà coinvolta la città di Milano e l'Italia in generale: stiamo parlando di EXPO.
Il tema di queste Esposizione Universale è "Nutrire il pianeta, energia per la vita" e con questo post vorremmo approfondire le parole chiave che lo compongono, attraverso lo studio della loro origine.

Nutrire -> dalla radice na o nu (che troviamo anche in naturale) che significa "colare, gocciolare" e indica metaforicamente il latte che sgorga dal seno materno.

Pianeta -> questo termine trova nel latino il suo corrispondente diretto "planeta", questi a sua volta risale al greco "πλάνητες" (planetes), che significa "coloro che errano, vagabondano" nello spazio.

Energia -> deriva dal greco "ἐνέργεια" (enérgeia) e risulta composto dalla particella rafforzativa "en" e da "ergon" che significa fatto, azione; l'energia è quindi quella particolare capacità d'agire che richiede vitalità e forza.

Vita -> da ricondursi alla radice ariana giv- ed, in particolare, al sanscrito g'ivathas = vita, dove la g' aspirata è stata sostituita dalla v nel latino arcaico vivita che, a sua volta, si è contratta nel latino vita. Questo è un termine particolare, perché potremmo considerarlo "originario": non ha altro significato se non quello che tutti conosciamo.

In sostanza, questa manifestazione, tutta centrata sulla valenza simbolica e materiale dell'alimentazione, dovrebbe dirci: dobbiamo nutrire "coloro che errano" come farebbe una mamma, in modo che tutti abbiano la possibilità di vivere al pieno delle proprie possibilità, sfruttando tutte le proprie forze.

Buona EXPO a tutti!

VIZIO

L'etimologia del termine vizio è da ricondursi al latino vitium che alcuni fanno risalire al verbo vitare (schivare, evitare) intendendolo proprio come qualcosa da evitare.
Altri lo fanno risalire al tema sanscrito viet o vit che significa proprio torcere (da cui la nostra vite) e che starebbe ad indicare proprio qualcosa che devia dalla giusta via.

VIAGGIO

L'etimologia del termine viaggio è latina, infatti esso deriva dal termine viaticus, che significa ciò che riguarda la via, o dal suo neutro viaticum, che indica proprio tutto ciò che il viaggiatore portava con sé per sopravvivere durante il cammino (di fondamentale importanza vista la notoria assenza di aree di servizio lungo le vie consolari...).
Da qui, poi, per estensione il significato odierno di spostamento da un luogo all'altro.

VITA

L'etimologia della parola vita è da ricondursi alla radice ariana giv- ed, in particolare, al sanscrito g'ivathas = vita, dove la g' aspirata è stata sostituita dalla v nel latino arcaico vivita che, a sua volta, si è contratta nel latino vita.

VANVERA

L'etimologia della parola vanvera è di origine incerta: alcuni riconducono l'etimologia di vanvera all'antico lemma onomatopeico fanfera dal suono fan-fan  (da cui fanfarone = chiacchierone, spaccone, sbruffone, millantatore);  altro etimo, dallo spagnolo bambàra dall'omonimo gioco di carte, a sua volta da bambarria che nel gioco del biliardo indica un tiro sbagliato ma casualmente vincente. Per cui, chi parla a vanvera è colui che parla a casaccio, diremmo con una perifrasi moderna, chi utilizza le labbra senza connetterle col cervello...
Una meno diffusa ma non meno interessante etimologia del termine vanvera riconduce l'etimo ad uno strumento in uso nel Seicento presso i Veneziani che era chiamato appunto vanvera: si trattava di un contenitore per i gas intestinali utilizzato da chi soffrisse di meteorismi incontrollabili, che permetteva di scaricare, anche in pubblico, ed immagazzinare momentaneamente tali miasmi un un sacchetto di pelle, e di scaricarli successivamente, una volta non in presenza di altre persone !

VERITA'

L'etimologia della parola verità è riconducibile al sanscrito vrtta = fatto, accadimento. Pertanto il termine verità indica qualcosa di realmente accaduto nei fatti. Un'altra interpretazione etimologica attribuisce l'origine della parola verità alla radice var- che nello zendo (la lingua dei testi sacri zoroastriani dell'antico Iran) vuol dire credere; del resto anche il sanscrito varami significa scelgo, voglio. Questa seconda interpretazione etimologica sottolinea, piuttosto che l'aspetto fattuale e reale della verità, il significato ed il valore etico, morale e perfino spirituale della verità o meglio della Verità, perché essa indica ciò in cui credo, ciò che scelgo, voglio, spero.... mettendo in luce l'importanza della libera e volontaria adesione ad Essa...