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RELIGIONE

Sull'etimologia della parola religione (in latino religio) vi sono, sinteticamente, le seguenti ipotesi:

Tesi ciceroniana - dal latino relegĕre composto dal prefisso re-  che indica frequenza + legĕre = scegliere ed in senso lato, cercare, guardare con attenzione, avere riguardo, avere cura:

« qui autem omnia quae ad cultum deorum pertinerent diligenter retractarent et tamquam relegerent, sunt dicti religiosi ex relegendo, ut elegantes ex eligendo, diligendo diligentes, ex intelligendo intelligentes; his enim in verbis omnibus inest vis legendi eadem quae in religioso.»  (Cicerone, De natura deorum ad M. Brutum liber secundus 28,72)

« coloro, invece, che diligentemente riesaminassero e, tanto quanto, osservassero tutto ciò che fosse pertinente il culto degli dei sono detti religiosi (che deriva) da relegere, come eleganti (deriva) da eligere, diligenti (deriva) da diligere, intelligenti (deriva) da intelligere; infatti, in tutte queste parole è contenuto il valore di legere, lo stesso che in religioso. »


Tesi lattanziana - dal latino religāre, composto dal prefisso re-, intensivo + ligāre =  unire insieme, legare:

« Hoc vinculo pietatis obstricti Deo et religati sumus; unde ipsa religio nomen accepit, non ut Cicero interpretatus est, a relegendo. »  (Lattanzio, Divinarum Institutionum liber IV 28,2.)

« Per questo vincolo di pietà siamo stretti e legati a Dio: onde (ossia: dall'essere legati) prese il nome la stessa religione, e non come Cicerone ha interpretato, da relegere. »


Tesi agostiniana - dal latino religĕre composto dal prefisso re-, intensivo + ēlĭgĕre = scegliere:

« Hunc eligentes vel potius religentes (amiseramus enim neglegentes)- hunc ergo religentes, unde et religio dicta perhibetur, »  (Agostino, De Civitate Dei contra paganos libri viginti duo X,3,2)

« Sceglienti Questi (ossia: Dio), anzi sceglienti di nuovo, - avevamo perduto (Dio) perché negligenti - dunque sceglienti di nuovo Questi (ossia: Dio), onde (ossia: dallo scegliere di nuovo) pure religione è detta derivata, »


In ogni caso, le tre tesi non risultano essere incompatibili tra loro, anzi, sembrano completarsi a vicenda, essendo la religione un insieme di sentimenti e di atteggiamenti di riguardo e di cura verso la divinità, ed insieme, un legame, un rapporto tra la divinità ed i religiosi, ed infine una scelta personale di fede, cioè di fiducia, di affidamento alla divinità.

11 commenti:

Unknown ha detto...

Quindi, correggetemi se sbaglio, come lo si pretenda far derivare, il termine religione attiene strettamente al legame tra un credente e il suo dio. Giusto?

Vittorio Daniele ha detto...

Attiene ad un legame da intendersi come rapporto...

Giovanni ha detto...

Ok, rapporto presuppone almeno l'incontro di due soggetti.
Chiedevo cioè se i soggetti coinvolti nel legame/rapporto implicato nella religione sono esclusivamente il credente e la sua divinità...

Vittorio Daniele ha detto...

In primis, il rapporto tra credente e la sua divinità. Poi, vi può essere anche un'aspetto di religiosità comunitaria, cio di legame-rapporto che lega la comunità dei credenti con la sua divinità.

Giovanni ha detto...

Grazie! Mi chiedo allora se certo buddismo - quello che non prevede una divinità - possa effettivamente definirsi "religione".

me stesso ha detto...

certo per il nostro concetto filosofico aristotelico (ma anche platonico... l'Uno...) occidentale che la religione preveda un primum movens ...è difficile considerarla una religione... ma se lo vediamo dal punto di vista della intimità con tutto l'esistente...cose, umani,flora, fauna..., non vi sono dubbi che il buddhismo veda tutto come un un Tutto, degno della massima attenzione e benevolenza

me stesso ha detto...

a continuare quanto detto prima... certo il buddhismo non cura, non si interessa del rapporto con la divinità.. preferendo il rapporto con il Tutto. Si noti che io non sono però, allo stato attuale, buddhista.

Giovanni ha detto...

Se scriv un Tutto, implichi probabilmente un significato religioso, non sarà un Causante, MS una dimensione di divinità immanente. Mi pare che così si crei una "alterità" che a mio avviso è artificiale. Sentendomi come essere umano parte di quel tutto "naturale" io scriverei "tutto". Mi chiedevo appunto se come te fanno molti buddisti.

Elisa ha detto...

ciao a tutti.. mi potreste dire per favore a quale scuola buddista fate riferimento? Le affermazioni che avete fatto, se le ho capite, mi sembrano un po' contrastanti con il buddismo che conosco.. mi piacerebbe poterne sapere di più..

Per quella che è la mia esperienza ( non conosco ovviamente in modo approfondito tutte le scuole) il buddismo è stracolmo di divinità, anche se concettualmente queste hanno un significato molto molto diverso da quelle che possono essere le divinità greche e romane o dal concetto di Dio. Le divinità, così come sono rappresentate, sono degli archetipi e rappresentano tutte la mente di Buddha ma ognuna mette attenzione ad un particolare aspetto della mente illuminata. La divinità nel buddismo ci serve per sviluppare le nostre qualità ( amore, compassione, saggezza, ecc.. che sono già presenti in noi ma che devono essere potenziati al massimo, come fece appunto Buddha ). Esistono molte divinità perché ognuna di loro rappresenta delle particolari qualità e attitudini. Il praticante che vuole sviluppare queste qualità cerca quindi di " immedesimarsi" nella divinità da lui scelta al fine di familiarizzare la propria mente con quelle qualità.
Il rapporto quindi che si crea tra il praticante e la divinità è un legame molto molto profondo e molto intimo (visualizziamo, preghiamo, facciamo offerte e ne chiediamo le benedizioni ). Quando ci rivolgiamo ad una particolare divinità ci rivolgiamo in realtà a tutti i Buddha e agli esseri santi del lignaggio e in modo particolare al nostro guru che ci guida. Non c'è quindi differenza tra la divinità il Buddha e il Guru. Mi riesce quindi difficile immaginare un buddismo che non preveda una divinità come dice Giovanni ( per questo sono molto curiosa di sapere di quale scuola state parlando.. mi interesserebbe molto approfondire..)
Credo per questo che il termine religione possa quindi essere usato anche per il buddismo ( per lo meno quello tibetano)

Per quanto riguarda il "tutto" o "Tutto"... secondo il buddismo tibetano TUTTI i fenomeni, noi stessi compresi, sono della stessa natura ( cioè di vacuità o privi di esistenza inerente). Quindi per esempio si dice che non c'è differenza tra me e un insetto o tra me e una sedia ma nel senso che sia io che l'insetto che la sedia abbiamo avuto bisogno di cause e condizioni per poterci manifestare. Però facciamo molta distinzione tra gli essere senzienti e gli oggetti ( le cose)..non credo di far parte della sedia e non mi sento legata alla sedia ( al massimo posso provare gratitudine per tutti gli esseri che hanno fatto si che io potessi avere una sedia su cui sedermi).. booh non riesco a capire cosa intendi per il "tutto".. forse fai riferimento agli elementi fisici di cui il mondo è composto? O ad una visione non dualistica della realtà?... puoi aiutarmi a capirlo per favore?

Grazie

Unknown ha detto...

Tesi lattanziana - dal latino religāre, composto dal prefisso re-, intensivo + ligāre = unire insieme, legare:si osserva che non c'è la parola Dio, ma UNIRE O UNIRE DI NUOVO. SI PUÒ USARE UNA CHIAVE DI LETTURA, QUALE;UNIRE LA CONSAPEVOLEZZA, LA CONOSCENZA (DHARMA O DYANA) visto che si nomina il buddismo Bene (GAUTAMA SIDDHARTA, chiedo scusa se non lho scritto giusto). BUDDA È LO STATO RAGGIUNTO DI CONOSCENZA COL QUALE LUI ERA USCITO DAL CORPO SOTTO LALBERO DI BODHY. CI TENGO A PRECISARE CHE ALTRO NON SI RACCOMANDO DI NON ESSERE ADIRATO COME DIVINITÀ!!! Ma all'Uomo come sappiamo non manca il senso della stupidità. Budda è un grande maestro non si può dire altrettanto dei seguaci che non hanno fatto ciò che lui lasciò detto di fare. Pertanto la religione non per forza necesditadi una divinità quanto invece necessita di conoscenza, saggezza volta alla crescita e liberazione dello spirito quale ti sei. Accetto vostri commenti su cibosuper@gmail.com buona serata a tutti voi. E cmq siete dei RISVEGLIATI ecco la parola magica RISVEGLIATI

Unknown ha detto...

Domenico,08-Ottobre-2021.
Io ritengo che, in accordo con molti altri pensatori di ambito scientifico, l'origine della religione sia principalmente connessa alla necessità antropologica di dare una spiegazione a fenomeni sconosciuti,misteriosi,utili alla sua sopravvivenza. La teoria Lattanziana mi sembra sia la più coerente in quanto interpreta la religione come il legame forte che tiene uniti sotto le stesse credenze "religiose " tutti i componenti del gruppo; condizione favorente la sopravvivenza. Dalla preistoria ad oggi abbiamo assistito alla nascita di una moltitudine di divinità, diffusasi in tutte le parti del mondo. Come sostiene P.Odifreddi le condizioni climatico- ambientali hanno comdizionato oltre che l'aspetto morfologico anche la nascita di religioni diverse, con duverse divinità. Vediamo onfatti svilupparsi le religioni Monoteiste nei deserti mediorientali, nella giungla tropicale il Buddismo,
sulle vette himalayane Induismo.Lo spirito di appartenenza ad un proprio gruppo è geneticamente trasmesso come strumento del nostro DNA per favorire le possibilità di sopravvivere come singoli e come gruppo sociale. Tale aspetto è ben conosciuto dalle autorità rigiose,specie monoteistiche, al fine di detenere un potere politico oltre che religioso. In conclusione re-ligare, cioè tenere legati insieme, attraverso le diverse ritualità, tutti gli appartenenti. Grazie per l'opportunità.