L'etimologia della parola santo si ricollega a sanctus, participio passato del verbo latino sancire, nelle accezioni di separare, riservare, dedicare... (a Dio). Si noti che ritroviamo la stessa radice sanc- o sac-in sacer = sacro, riservato a Dio. Pertanto, santo è chi o ciò che "sta a parte" in una condizione di inviolabilità, in forza della sanzione che lo rende, appunto, sacro, separato dal mondo.
(Vedi anche l'etimologia di SACRO)
(Vedi anche l'etimologia di SACRO)
Come già detto, la radice proto-indo-europea sak- si riferisce all’idea di "sacro" o "santificato". Dunque, in origine, "sanctus" si riferiva a qualcosa o qualcuno posto sotto la protezione divina, separato e distinto dal profano.
In epoca romana, "sanctus" veniva spesso usato per oggetti o luoghi ritenuti sacri, come templi, oggetti rituali, o anche valori intangibili come la legge e la moralità. Una legge "sancta" era inviolabile e sacra, esattamente come una persona "sancta" era inviolabile nel senso morale, protetta dalle divinità.
Con la diffusione del cristianesimo, il termine "sanctus" venne impiegato per designare uomini e donne di fede riconosciuti come particolarmente virtuosi e vicini a Dio. Nel cristianesimo delle origini, le prime comunità cristiane usavano il termine "santo" per riferirsi non solo a coloro che erano martiri, ma anche ai membri di tutta la comunità di fedeli, in quanto considerati "separati" dal peccato e votati alla santità.
Anche se la parola italiana "santo" non discende direttamente dal greco ἅγιος (hagios), questo termine è fondamentale per comprendere il concetto di santità nell'ambito cristiano. Hagios significa "sacro" o "puro" e veniva usato per descrivere tutto ciò che apparteneva a Dio o agli dei. Era un termine fondamentale nella lingua e nella cultura religiosa greca, che descriveva la sacralità associata a entità divine, luoghi e oggetti.
Nell’Antico Testamento tradotto in greco (la Septuaginta), "hagios" veniva usato per descrivere il popolo d’Israele come popolo “consacrato” a Dio. Questo senso di separazione e consacrazione si trasferì poi alla comunità cristiana, rafforzando l’idea di una "santità" riservata a coloro che erano in comunione con Dio. Con il passare del tempo, "santo" divenne un termine specifico per coloro che venivano ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa per la loro fede eroica, il martirio o altre virtù eccezionali. Durante il Medioevo, nacque il processo di canonizzazione, che formalizzò la proclamazione di una persona come "santo" dopo un’attenta verifica della vita e dei miracoli attribuiti al candidato. "Santo" assume quindi un significato gerarchico nella Chiesa, differenziandosi dal semplice credente: un "santo" diventa un modello di fede e un intercessore presso Dio per i fedeli sulla terra. Questo cambiamento arricchisce il termine di una valenza intermedia tra l’umano e il divino, ponendo i santi in una posizione privilegiata nella devozione popolare.
In italiano, "santo" rimane strettamente legato alla sfera religiosa, ma il termine assume anche significati estesi nel linguaggio quotidiano. Ad esempio:
- Simbolo di virtù morale: una persona viene definita "santa" o "come un santo" per esprimere una condotta eccezionalmente buona o paziente.
- Esclamazioni e usi colloquiali: espressioni come "santo cielo" o "santo subito" riflettono la diffusione e la forza della parola, spesso usata per indicare stupore, speranza o ammirazione per qualcuno ritenuto degno di essere canonizzato immediatamente.
L'uso figurato di "santo" per indicare una persona con grande pazienza o compassione è nato dalla considerazione che la santità, associata alla virtù e alla pazienza, fosse un ideale morale elevato. La parola "santo" finisce per estendersi al linguaggio comune come simbolo di perfezione morale.
Anche in altri contesti culturali, "santo" può avere significati non strettamente religiosi. Ad esempio, nelle tradizioni popolari di diverse regioni italiane, il termine "santo" può designare una figura onorata e rispettata anche fuori dal contesto canonico, come in leggende o storie di vita quotidiana. Alcune tradizioni regionali venerano figure locali, che sono considerate "sante" nel senso popolare anche senza riconoscimento ufficiale.
Tutti i Santi - (Beato Angelico)
2 commenti:
l'etimologia potrebbe essere molto diversa:
il radicale SAN è quello indoeuropeo per FIGLIO : son inglese, sohn tedesco, syn russo e polacco, son, sen dei patronimici scandinavi
Con lo specifico theou, di Dio, dal greco, quindi san-theou, "FIGLIO DI DIO"
Paolo Favole
Questa è lo studio che più mi convince. Grazie
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