La parola cura deriva dal latino cūra che significa cura, attenzione . Questo termine latino si ritiene sia da collegare alla radice indoeuropea *keu-, che rappresenta l' azione di osservare, di notare, di rivolgere l'attenzione. Le parole che derivano da questa radice condividono un nucleo semantico comune, che si manifesta attraverso una varietà di sfumature e significati correlati. Come dicevamo, una delle prime parole che possiamo associare a questa radice è proprio "cura". Questo termine riflette l'idea di osservare attentamente qualcosa, di prendersene cura e di dedicargli attenzione. Questo concetto si è poi diffuso in altre lingue, come l'italiano, l'inglese e il francese, mantenendo il suo significato originale o sviluppandone di nuovi nel corso dei secoli. Ad esempio, in inglese, la parola "cure" può indicare sia l'azione di curare qualcosa o qualcuno, sia il processo di guarigione. Il collegamento con la radice *keu- suggerisce che il concetto di osservare attentamente e prendersi cura di qualcosa sia presente in entrambe le accezioni. Anche in altre lingue indoeuropee, troviamo parole che derivano dalla stessa radice e condividono significati simili. Ad esempio, in sanscrito, la parola cintā significa attenzione o preoccupazione. In irlandese antico, la parola cuimhnigh si traduce come ricordare. Questi esempi dimostrano come la radice *keu- sia stata adottata e adattata in diverse lingue indoeuropee, dando luogo a una varietà di parole che si collegano al concetto di "osservare" e "notare" in modi unici. Tale radice protoindoeuropea, fu assorbita dal sostantivo latino cūra e dal verbo curare che significa "preoccuparsi", "avere a cuore", "premurarsi". Da ciò, il senso originario di "cura" come affettuosa premura e dedizione verso le persone care. Già in latino il vocabolo assunse però anche accezioni più ampie, ad indicare l'attività di gestione, amministrazione, tutela di affari pubblici o privati. Da qui i derivati come "procuratore", "curatore", "curia". In italiano "cura" è documentato a partire dal XIII secolo. Ha mantenuto sia il significato di attenzione amorevole e custodia, sia quello di responsabilità nella gestione di interessi altrui, come in espressioni del tipo "avere cura di qualcosa". In campo medico ha assunto il significato specifico di intervento terapeutico per risanare una malattia o ferita, accezione prevalente nell'italiano moderno. Il verbo "curare" viene quindi usato come sinonimo di "medicare", "sanare". la stessa radice della parola cura si ritrova in altre parole come "accuratezza", "curatela", "curatore", "curiosità". In ambito religioso, nel cristianesimo la "cura animarum" indicava la responsabilità pastorale per la salvezza spirituale dei fedeli. In filosofia, il padre dell'esistenzialismo Martin Heidegger parlava di "cura" come trasporto esistenziale verso le cose, contrapponendola alla semplice "preoccupazione". In psicologia, il termine "cure" in inglese ha assunto il significato di "prendersi cura" dei pazienti anche sul piano emotivo.
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