L'etimologia della parola Palestina - in greco Παλαιστίνη (Palaistínē), in latino Palaestina, in arabo فلسطين (Falasṭīn), in ebraico פלשתינה (Palestina) in yiddish: פּאלעסטינע (Palestine) - ci riporta all'antico termine Pǝléšet, attestato già nella Bibbia ebraica (XIII-VI secolo a.C.). Esso indicava l'area geografica corrispondente alla regione costiera meridionale della terra di Canaan. più precisamente, la regione geografica del Vicino Oriente compresa tra il mar Mediterraneo, il fiume Giordano, il Mar Morto, a scendere fino al Mar Rosso e ai confini con l'Egitto. La radice ebraica p-l-š rimanda al popolo dei Filistei, stanziati nella zona; da qui il nome "Pǝléšet" acquisì il significato di "terra dei Filistei". I Greci tradussero il toponimo in Παλαιστίνη (Palaistinḗ) da cui il latino "Palaestina". Con le conquiste di Alessandro Magno e l'assoggettamento romano, il nome si estese a tutta la regione tra il mar Mediterraneo e il fiume Giordano. Dopo la diaspora ebraica del I-II secolo d.C., fu abbandonato l'endonimo biblico "Terra d'Israele". Nel 135 d.C., in seguito alla repressione della rivolta di Bar Kokhba, l'imperatore Adriano rinominò ufficialmente la provincia romana di Giudea in "Syria Palaestina", da cui deriva l'odierna definizione di Palestina. Il toponimo ha quindi origini antichissime, legate alle popolazioni che abitavano l'area in epoca biblica e classica. L'endonimo arabo è Falasṭīn, direttamente derivato dal greco. I palestinesi si autodefiniscono "Falasṭīniyyūn". Tale denominazione "Falasṭīn" ha poi assunto il significato moderno di territorio rivendicato dal popolo palestinese come propria patria e stato nazionale.
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