La parola materia porta con sé un’eredità linguistica e culturale millenaria. Oltre al significato quotidiano, che indica una sostanza fisica o concettuale, essa riflette un reticolo di evoluzioni semantiche e fonetiche. Il suo studio ci conduce attraverso il latino, il greco antico, e infine fino al protoindoeuropeo (PIE), la lingua ricostruita che si ritiene essere l’antenata comune di molte lingue euroasiatiche. Essa deriva direttamente dal latino materia, che significa "legno", "materia prima" o "sostanza". Questo termine si connette strettamente a mater, cioè "madre". La relazione semantica tra mater e materia risiede nell’idea della madre come fonte o origine, un concetto esteso poi alla materia come "origine" o "base" delle cose. Ma la base etimologica più profonda della materia si trova nella radice protoindoeuropea méh₂ter (o mātr̥, nella forma ricostruita), che significa "madre". Tale ricostruzione si basa su un sistema ben consolidato di comparazione linguistica. Fonti accademiche autorevoli, come il Lexikon der indogermanischen Etymologie di Julius Pokorny, confermano questa derivazione.
Questa radice è alla base di termini correlati in molte lingue indoeuropee:
Sanscrito: मातृ (mātṛ), "madre".
Greco antico: μήτηρ (mḗtēr), "madre".
Germano antico: mōdēr, "madre", evolutosi in inglese mother.
Slavo antico: mati, "madre".
L’associazione tra méh₂ter e materia si spiega con il ruolo archetipo della madre come origine e nutrice. Nei termini che evolvono da questa radice, si osserva un’estensione semantica verso concetti di sostegno, base, e substrato. La connessione specifica tra materia e legno può essere spiegata attraverso il ruolo centrale che il legno ricopriva nell'antichità come risorsa primaria. In latino, materia indicava inizialmente il legno destinato alla costruzione, considerato la "madre" delle strutture. Da questa idea concreta, il termine si è evoluto per indicare qualsiasi "sostanza" di base.
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