Il sanscrito è la lingua madre della tradizione vedica e fondamentale per la comprensione della letteratura, della filosofia e della religione indiane, il sanscrito è anche una delle lingue indoeuropee più rilevanti nello studio linguistico per le sue connessioni con altre lingue antiche come il greco e il latino.
La parola "sanscrito" deriva dal termine sanscrito saṃskṛta (संस्कृत), che significa "perfettamente formato", "rifinito" o "purificato". È composto dal prefisso sam- (con, insieme) e dalla radice kṛ- (fare, creare), con il suffisso -ta, che indica uno stato completato. Il termine suggerisce una lingua curata, purificata e distinta dal parlato comune, in contrasto con il Prakrit, il termine generale per le lingue popolari e naturali dell'antica India.
Il sanscrito vedico è la forma più antica della lingua, risalente al periodo dei Veda, testi sacri che rappresentano la letteratura religiosa più antica dell'India. Il Rigveda, composto tra il 1500 e il 1000 a.C., è il più antico di questi testi e il più antico documento conservato della lingua sanscrita. Il sanscrito vedico era in gran parte una lingua orale, tramandata per generazioni attraverso una rigorosa memorizzazione e recitazione, in un contesto religioso che richiedeva la precisione del suono. Durante questo periodo, la lingua era molto flessibile e libera rispetto al sanscrito classico. Esistevano vari dialetti vedici che includevano strutture grammaticali e un vocabolario che evolvettero nel corso del tempo. L’alfabeto vedico è molto simile all'alfabeto brahmi, che è alla base di numerosi sistemi di scrittura dell'Asia meridionale e sud-orientale.
Con il passare del tempo, la lingua vedica cominciò a standardizzarsi. Il celebre grammatico indiano Pāṇini (circa 5° secolo a.C.) compose l’Aṣṭādhyāyī, un testo grammaticale che stabilì una struttura rigorosa per la lingua, dando origine al sanscrito classico. La grammatica di Pāṇini è composta da circa 4.000 sutra (regole), che formano uno dei sistemi grammaticali più completi mai ideati. Questo modello di sanscrito divenne una lingua standard per testi religiosi, filosofici, scientifici e letterari e continuò ad essere utilizzato per secoli. Il sanscrito classico possedeva una forma altamente formalizzata, con una struttura grammaticale precisa e complessa che comprendeva otto casi, tre generi e tre numeri (singolare, duale, plurale), rendendola una lingua espressiva e articolata.
Il sanscrito non è solo una lingua, ma una chiave di accesso alla spiritualità e alla filosofia indiane. I testi sacri indù, come le Upanishad, il Mahābhārata e il Rāmāyaṇa, così come le opere filosofiche buddhiste e jainiste, sono scritti in sanscrito, e sono considerati essenziali per la comprensione della cultura e della filosofia dell'antica India. In campo filosofico, il sanscrito contiene termini di una profondità concettuale quasi ineguagliabile. Termini come dharma (dovere, legge, verità), karma (azione, causa ed effetto), e moksha (liberazione spirituale) sono divenuti fondamentali per comprendere il pensiero filosofico indiano e hanno influenzato anche la spiritualità e la filosofia occidentale.
Sebbene il sanscrito sia rimasto per secoli la lingua della cultura alta, la sua diffusione popolare diminuì progressivamente. Con l’ascesa delle lingue Prakrit e delle loro evoluzioni, come il pāli (lingua del Canone buddhista theravāda), le lingue volgari guadagnarono sempre più spazio nella comunicazione quotidiana e nei testi religiosi di alcune sette buddhiste e jainiste. Durante l’epoca medievale e moderna, altre lingue dell’India, come l’hindi e il bengalese, gradualmente soppiantarono il sanscrito come lingua vernacolare. Con l’arrivo della dominazione islamica e, successivamente, della colonizzazione britannica, il sanscrito perse ancora più terreno, restando però vivo nelle cerchie religiose, accademiche e nelle scuole di grammatica tradizionale.
Oggi, il sanscrito è una lingua ufficiale dell'India, ma è prevalentemente studiato da accademici, linguisti, storici e praticanti religiosi. Esistono alcuni tentativi di rivitalizzazione, specialmente in alcune scuole e università in India, dove viene insegnato e studiato come lingua classica. Alcune comunità in India, come il villaggio di Mattur in Karnataka, parlano ancora il sanscrito nella vita quotidiana. Il sanscrito è anche oggetto di interesse in Occidente, soprattutto per coloro che si avvicinano allo yoga, alla meditazione e alla filosofia indiana. Le università in tutto il mondo offrono corsi di sanscrito per approfondire la conoscenza della cultura indiana.
Fonti Utilizzate:
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Macdonell, A. A. A Sanskrit Grammar for Students. Oxford University Press, 1927.
Gonda, J. A History of Indian Literature: Vedic Literature (Saṃhitās and Brāhmaṇas). Otto Harrassowitz Verlag, 1975.
Renou, L. Histoire de la langue sanskrite. E. de Boccard, 1956.
Whitney, W. D. Sanskrit Grammar: Including Both the Classical Language, and the Older Dialects, of Veda and Brahmana. Harvard University Press, 1889.
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