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NATALE

L'etimologia del termine Natale è da ricondursi all'aggettivo latino natalis, col significato di natalizio, nel senso di "qualcosa che riguarda la nascita", che a sua volta deriva da natus, participio perfetto del verbo nascor.
Sembra più interessante, però, concentrarci sull'origine di questo verbo, che nella sua forma originaria era gnasci.
In questo ultimo lemma, infatti, riconosciamo la radice gna- (o gan-) che indica proprio la generazione e che troviamo anche in cognato o in natura o ancora nel'aggettivo greco γνήσιος (gnesios), legittimo, quasi sempre legato a figlio.

SCIOPERO

L'etimologia della parola sciopero è da ricondursi all'unione della preposizione latina ex con il verbo operare, da cui il verbo ex-operare, con il significato di "porsi al di fuori del lavoro" in cui l'accezione esclusiva è data proprio dalla preposizione ex. A partire da tale verbo, quindi, per trasformazione fonetica e semantica, si è giunti fra il XVIII e il XIX secolo al significato odierno del termine, inteso come interruzione volontaria delle attività lavorative al fine di rivendicare maggiori diritti o tutele. Lo sciopero rappresenta un'azione di protesta organizzata, in cui i lavoratori cercano di far valere i propri diritti e ottenere un cambiamento significativo. Questa forma di resistenza si caratterizza per essere un modo collettivo per esercitare il potere e influenzare il sistema. Mediante lo sciopero, si mette in discussione il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori, evidenziando le disuguaglianze e le ingiustizie presenti nel contesto lavorativo. Infatti, Lo sciopero rappresenta un'azione di protesta organizzata, in cui i lavoratori cercano di far valere i propri diritti e ottenere un cambiamento significativo. Questa forma di resistenza si caratterizza per essere un modo collettivo per esercitare il potere e influenzare il sistema. Mediante lo sciopero, si mette in discussione il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori, evidenziando le disuguaglianze e le ingiustizie presenti in ambito lavorativo. Uno degli aspetti più interessanti dello sciopero è la sua natura negoziale. Attraverso questa forma di protesta, i lavoratori cercano di influenzare le decisioni dei datori di lavoro e di ottenere un accordo equo per entrambe le parti coinvolte. Lo sciopero può spingere i datori di lavoro a riconsiderare le loro politiche e a prendere in considerazione le richieste dei lavoratori. In tal modo, diventa un potente strumento per instaurare un dialogo e una negoziazione efficace. Gli scioperi hanno spesso un impatto significativo sulla società e sull'economia. Le interruzioni delle attività lavorative possono causare disagi e disordini, ma allo stesso tempo possono portare a cambiamenti positivi. Lo sciopero attira l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, mettendo in luce le problematiche dei lavoratori e spingendo la società a riflettere e ad agire per migliorare le condizioni di lavoro. Ciò può portare a riforme legislative, contrattuali o a una maggiore consapevolezza delle questioni lavorative. Le prime forme di protesta che possono essere considerate precursori dello sciopero risalgono all'antichità. In diverse culture e civiltà, i lavoratori hanno cercato di far valere i propri diritti attraverso azioni collettive, come il boicottaggio delle attività o il ritiro del lavoro. Ad esempio, nell'antica Roma, gli schiavi potevano organizzare scioperi come forma di protesta contro le condizioni di lavoro oppressive. Durante il periodo medievale, le corporazioni dei mestieri e le gilde svolsero un ruolo importante nello sviluppo dello sciopero. Queste organizzazioni difendevano gli interessi dei loro membri e spesso organizzavano scioperi per ottenere migliori condizioni di lavoro o salari più equi. Lo sciopero era spesso accompagnato da altre forme di protesta, come le manifestazioni pubbliche o le richieste formali alle autorità locali. Nel corso del XIX secolo, con l'avvento dell'industrializzazione e la crescita del movimento operaio, lo sciopero moderno prese forma. Le fabbriche e le miniere divennero luoghi di lavoro intensivi, caratterizzati da condizioni spesso pericolose e salari bassi. I lavoratori organizzati in sindacati iniziarono a organizzare scioperi su larga scala per rivendicare migliori condizioni di lavoro, orari ridotti e salari più alti. Questi scioperi spesso coinvolgevano migliaia di lavoratori e potevano durare giorni o settimane. Nel corso del XX secolo, gli scioperi continuarono a evolversi e ad adattarsi ai cambiamenti sociali ed economici. L'adozione di nuove tecnologie e il progresso delle comunicazioni hanno reso gli scioperi più efficaci e coordinati. Sono emersi anche nuovi tipi di scioperi, come gli scioperi della fame, gli scioperi dei consumatori e gli scioperi virtuali. Inoltre, gli scioperi hanno spesso assunto un carattere internazionale, coinvolgendo lavoratori di diversi paesi per affrontare questioni globali come le disuguaglianze salariali o gli abusi nei luoghi di lavoro.

Lo sciopero politico:
Lo sciopero politico si differenzia dagli scioperi tradizionali perché non riguarda esclusivamente le condizioni di lavoro o i diritti dei lavoratori. Invece, è un'azione collettiva in cui i partecipanti cessano le proprie attività per protestare contro decisioni politiche o per richiedere cambiamenti significativi nella società. Lo scopo principale dello sciopero politico è quello di influenzare l'opinione pubblica, di mettere in luce le ingiustizie e di spingere i governi o le istituzioni a prendere provvedimenti. Lo sciopero politico può essere motivato da diverse ragioni, tra cui l'opposizione a leggi o politiche che si reputano ingiuste o discriminatorie, la richiesta di maggiori diritti civili o la protesta contro sistemi di governo autoritari. Può anche essere un mezzo per esprimere solidarietà con altre cause sociali o per richiedere l'attenzione su questioni di rilevanza globale come i cambiamenti climatici o l'uguaglianza di genere. Lo sciopero politico è un modo potente per far sentire la voce dei cittadini e per cercare di influenzare il dibattito pubblico.
Il diritto di sciopero non si tocca !

PORNOGRAFIA

L'etimologia della parola pornografia si ricollega al greco antico e precisamente a πόρνη (pòrne) = prostituta + γραφή, (graphè) = disegno, scritto, documento Pertanto, pornografia significa, letteralmente, scrivere riguardo a prostitute o rappresentare prostitute. Del resto il verbo greco περνημι (pèrnemi) significa vendere, vendersi, in senso lato, prostituirsi. In senso più ampio, per pornografia intendiamo  rappresentazioni come  films, immagini, giornali, scritti etc., il cui contenuto sia meramente sessuale/genitale ed essenzialmente finalizzato all'eccitazione dei fruitori. Diverso discorso per il "genere erotico", che a differenza di quello pornografico, pur contenendo rappresentazioni di sesso più o meno esplicite, tuttavia, può essere considerato una vera e propria forma di arte, nella misura in cui superi i limiti della rappresentazione pornografica e si ponga come fine la trasmissione ai fruitori di veri e propri contenuti artistici attraverso la scena erotica, usata appunto, come mezzo di espressione artistica.

RELIGIONE

Sull'etimologia della parola religione (in latino religio) vi sono, sinteticamente, le seguenti ipotesi:

Tesi ciceroniana - dal latino relegĕre composto dal prefisso re-  che indica frequenza + legĕre = scegliere ed in senso lato, cercare, guardare con attenzione, avere riguardo, avere cura:

« qui autem omnia quae ad cultum deorum pertinerent diligenter retractarent et tamquam relegerent, sunt dicti religiosi ex relegendo, ut elegantes ex eligendo, diligendo diligentes, ex intelligendo intelligentes; his enim in verbis omnibus inest vis legendi eadem quae in religioso.»  (Cicerone, De natura deorum ad M. Brutum liber secundus 28,72)

« coloro, invece, che diligentemente riesaminassero e, tanto quanto, osservassero tutto ciò che fosse pertinente il culto degli dei sono detti religiosi (che deriva) da relegere, come eleganti (deriva) da eligere, diligenti (deriva) da diligere, intelligenti (deriva) da intelligere; infatti, in tutte queste parole è contenuto il valore di legere, lo stesso che in religioso. »


Tesi lattanziana - dal latino religāre, composto dal prefisso re-, intensivo + ligāre =  unire insieme, legare:

« Hoc vinculo pietatis obstricti Deo et religati sumus; unde ipsa religio nomen accepit, non ut Cicero interpretatus est, a relegendo. »  (Lattanzio, Divinarum Institutionum liber IV 28,2.)

« Per questo vincolo di pietà siamo stretti e legati a Dio: onde (ossia: dall'essere legati) prese il nome la stessa religione, e non come Cicerone ha interpretato, da relegere. »


Tesi agostiniana - dal latino religĕre composto dal prefisso re-, intensivo + ēlĭgĕre = scegliere:

« Hunc eligentes vel potius religentes (amiseramus enim neglegentes)- hunc ergo religentes, unde et religio dicta perhibetur, »  (Agostino, De Civitate Dei contra paganos libri viginti duo X,3,2)

« Sceglienti Questi (ossia: Dio), anzi sceglienti di nuovo, - avevamo perduto (Dio) perché negligenti - dunque sceglienti di nuovo Questi (ossia: Dio), onde (ossia: dallo scegliere di nuovo) pure religione è detta derivata, »


In ogni caso, le tre tesi non risultano essere incompatibili tra loro, anzi, sembrano completarsi a vicenda, essendo la religione un insieme di sentimenti e di atteggiamenti di riguardo e di cura verso la divinità, ed insieme, un legame, un rapporto tra la divinità ed i religiosi, ed infine una scelta personale di fede, cioè di fiducia, di affidamento alla divinità.

FEDELTA'

L'etimologia della parola fedeltà si richiama al latino fidelitas a sua volta da fides (prima ancora feides) = fedeltà, lealtà. Dalla radice sanscrita bandh-, poi bad- e bid- ed infine fid- = legare che ritroviamo anche nel greco πιστεύω (pisteyo)fidarsi, credere, affidarsi. Per cui, fedeltà è la qualità di essere leali e coerenti nel mantenere gli impegni presi, i legami, gli obblighi assunti.