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CORRUZIONE, etimologia e significato

L'origine ultima della parola corruzione si rintraccia nella radice protoindoeuropea r(e)up-, che significa "rompere", "spezzare" o "disintegrare". Questa radice è associata a termini in diverse lingue indoeuropee che condividono il significato di frattura, degradazione o perdita di integrità. Essa è alla base del verbo latino rumpere ("rompere"), dal quale deriva corrumpere. Il prefisso cor-, una forma assimilata di com-, indica "insieme" o "completamente", mentre rumpere mantiene il significato di "rompere". Il verbo corrumpere, dunque, significa letteralmente "rompere completamente" o "guastare completamente", con un'accezione che presto si estende all'idea di alterare, guastare o distruggere moralmente e fisicamente.
Il sostantivo corruptio, corruptionis viene derivato direttamente dal participio passato corruptus, che già in epoca classica era usato in senso figurato per indicare la degradazione morale, la corruzione politica o il decadimento materiale. Nella Roma repubblicana e imperiale, la corruptio era spesso associata al malgoverno, alla manipolazione elettorale e alla decadenza morale. Tacito e Cicerone usano frequentemente il termine per descrivere la decadenza delle istituzioni politiche e la perdita dei valori tradizionali. Il concetto di corruzione era inoltre profondamente legato al diritto: il termine indicava reati come il peculato e il clientelismo, pratiche che minavano l'integrità dello Stato. La corruptio morum ("degradazione dei costumi") era un tema centrale nella riflessione filosofica e politica di autori come Seneca, che la vedeva come il segno di una società in declino.
Con la caduta dell'Impero Romano e la trasformazione del latino volgare nelle lingue romanze, il termine corruptio viene progressivamente adattato. In italiano, già nei primi testi medievali, si incontra la forma corruzione, che conserva sia il significato letterale di alterazione materiale che quello figurato di degrado morale e sociale.
Nel Medioevo, la corruzione viene interpretata prevalentemente in chiave morale e teologica. La dottrina cristiana lega strettamente la corruzione al peccato originale, identificandola con la degenerazione dell'anima e con la caduta dell'uomo.
Con il Rinascimento, la parola acquisisce una dimensione politica più marcata. Machiavelli, ad esempio, usa il termine per indicare la degenerazione delle istituzioni repubblicane e la perdita della virtù civica, considerandola una delle principali cause del declino degli Stati.
In epoca moderna, il concetto di corruzione si diversifica ulteriormente. In ambito politico, diventa sinonimo di abuso di potere per guadagni privati, un tema cruciale negli studi di economia e scienze politiche. La parola viene associata anche a fenomeni come il nepotismo, il clientelismo e la frode. Nel XX e XXI secolo, il termine assume un significato globale, legandosi a temi come la trasparenza, la governance e lo sviluppo economico. Organizzazioni internazionali come Transparency International utilizzano il concetto di corruzione per misurare l'integrità dei governi e delle istituzioni in tutto il mondo.

Corruzione

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