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ELISIR

L'etimologia della parola ELISIR ci riporta all'arabo الإكسير (al-'iksīr), nome della "pietra filosofale" che, a sua volta, ha origine dal greco bizantino ξήριον (xērion), proveniente dal greco classico ξηρός (xēros), che significa "polvere secca". La pietra filosofale (in latino: lapis philosophorum) è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell'alchimia, capace di risanare la corruzione della materia. Essa ha un triplice potere: fornire un ELISIR di lunga vita in grado di conferire l'immortalità, e di  costituirsi come panacea universale per qualsiasi malattia; far acquisire l'onniscienza (ecco perché "filosofale"); il potere di trasmutare in oro i metalli vili. Nonostante ELISIR derivi da ξηρός = polvere secca, è concepito in forma liquida, come liquore, risultando perciò governato dall'archetipo della femminilità in particolare dalla Luna che presiede ai processi umidi di rigenerazione della vita. Nella storia della scienza e della medicina, il termine ELISIR ha assunto diversi significati. In origine, si riferiva alla sostanza che avrebbe dovuto trasformare i metalli vili in oro o conferire l'immortalità. Più tardi, si usò per indicare soluzioni idroalcoliche dolcificate e aromatizzate, contenenti principi attivi di origine vegetale o minerale. Alcuni esempi sono l'ELISIR di china, usato come antimalarico, o l'ELISIR di lunga vita, una bevanda liquorosa a cui si attribuiva la virtù di prolungare la vita. Oggi il termine ELISIR è caduto in disuso in ambito farmaceutico, ma rimane vivo nel linguaggio comune e nella letteratura per indicare una sostanza miracolosa o benefica. Un esempio famoso è l'ELISIR d'amore, una pozione magica che fa innamorare chi la beve, protagonista dell'omonima opera buffa di Gaetano Donizetti. Insomma, la parola ELISIR è usata per indicare vari tipi di liquori a base di sostanze medicamentose, droghe e principi amari a cui spesso in passato venivano attribuite miracolose proprietà curative o quella di allungare la vita. 

Decima illustrazione da un'edizione del XVII secolo del trattato alchemico Donum Dei di Georges Aurach.

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