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ERGASTOLO

Le radici etimologiche della parola ergastolo sono greche: derivano infatti dal greco ἐργαστήριον (ergastèrion) = casa di lavoro, laboratorio (derivazione di ἐργάζομαι cioè lavorare), propriamente "casa di lavoro". Nell'antica Grecia con il termine "ergastèrion" si indicavano quei luoghi dove venivano deportati gli schiavi condannati a lavorare per tutta la vita svolgendo compiti forzati e pesanti. In sostanza si trattava di vere e proprie prigioni dove gli schiavi trascorrevano il resto dei loro giorni lavorando in condizioni estreme. Quando poi i Romani presero il sopravvento in Grecia, adottarono questa stessa istituzione trasformandola nell' ergastulum. Anch'esso indicava un luogo di detenzione e lavoro coatto a vita, dove venivano rinchiusi gli schiavi ribelli o coloro che avevano commesso gravi reati. Sotto l'Impero Romano l'ergastulum divenne dunque una delle pene più dure che potevano essere inflitte agli schiavi insubordinati o ai criminali più pericolosi. Nei secoli successivi, con la caduta dell'Impero Romano e le invasioni barbariche, il significato di "ergastolo" andò parzialmente perdendosi. Fu solo con l'avvento dell'Età Moderna e con la nascita dei primi veri e propri sistemi carcerari punitivi che la parola riemerse dall'oblio. In particolare in Francia, con l'Editto di Saint-Germain-en-Laye del 1679, Luigi XIV reintrodusse il termine "travaux forces à perpétuité", che indicava precisamente la condanna ai lavori forzati a vita. In Italia bisogna aspettare l'Ottocento per ritrovare la parola ergastolo, questa volta con il significato propriamente giuridico che ancora oggi conosciamo. Nel 1859 venne infatti promulgato il primo Codice Penale unitario, all'interno del quale, agli articoli 17 e 21, comparve per la prima volta in senso stretto la "pena dell'ergastolo". Essa venne inserita nella scala edittale delle pene come sanzione sostitutiva della pena capitale, che veniva abolita, consistendo nella reclusione perpetua nelle carceri del Regno. Da quel momento in poi il termine ergastolo è sempre rimasto nel lessico giuridico e nel linguaggio comune per indicare la pena del carcere a vita.

ἐργαστήριον (ergastèrion) 

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