L'etimologia della parola misericordia è prettamente latina: più precisamente si ricollega all'unione di misereor = ho pietà e cor - cordis = cuore. Insomma, avere il cuore impietosito, nutrire in cuore un sentimento di compassione per la miseria morale o materiale altrui (ma anche propria....). Per la maggior parte delle religioni, la misericordia costituisce un'importante virtù spirituale, essendo essa stessa una qualità divina...
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GUERRA
L'etimologia della parola guerra si ricollega all'antico tedesco werra che esprime l'idea della mischia, del groviglio, della scontro disordinato in cui si avviluppano i combattenti in un vero e proprio "macello" (la stessa radice si trova nell'inglese war). Questo modalità di combattimento, tipico delle popolazioni germaniche antiche, si contrapponeva al bellum, modalità di combattimento ordinato tipico dei Romani. Quest'idea di confusione, di disordine, di aggrovigliamento di corpi che provano a distruggersi l'un l'altro, la dice lunga sulla guerra, evidenziando come essa comporti, nella maggior parte dei casi, l'eclissi totale di ogni barlume di umanità....
NOMADE
L'etimologia della parola nomade è da ricondursi al greco νομάς (nomas) = che pascola. che erra per i campi. Da ciò, nomadi furono intese, originariamente, quelle popolazioni che, totalmente o prevalentemente dedite alla pastorizia, e quindi alla continua ricerca di pascoli per il bestiame, non hanno fissa dimora.
SANTO
L'etimologia della parola santo si ricollega a sanctus, participio passato del verbo latino sancire, nelle accezioni di separare, riservare, dedicare... (a Dio). Si noti che ritroviamo la stessa radice sanc- o sac-in sacer = sacro, riservato a Dio. Pertanto, santo è chi o ciò che "sta a parte" in una condizione di inviolabilità, in forza della sanzione che lo rende, appunto, sacro, separato dal mondo.
(Vedi anche l'etimologia di SACRO)
(Vedi anche l'etimologia di SACRO)
Come già detto, la radice proto-indo-europea sak- si riferisce all’idea di "sacro" o "santificato". Dunque, in origine, "sanctus" si riferiva a qualcosa o qualcuno posto sotto la protezione divina, separato e distinto dal profano.
In epoca romana, "sanctus" veniva spesso usato per oggetti o luoghi ritenuti sacri, come templi, oggetti rituali, o anche valori intangibili come la legge e la moralità. Una legge "sancta" era inviolabile e sacra, esattamente come una persona "sancta" era inviolabile nel senso morale, protetta dalle divinità.
Con la diffusione del cristianesimo, il termine "sanctus" venne impiegato per designare uomini e donne di fede riconosciuti come particolarmente virtuosi e vicini a Dio. Nel cristianesimo delle origini, le prime comunità cristiane usavano il termine "santo" per riferirsi non solo a coloro che erano martiri, ma anche ai membri di tutta la comunità di fedeli, in quanto considerati "separati" dal peccato e votati alla santità.
Anche se la parola italiana "santo" non discende direttamente dal greco ἅγιος (hagios), questo termine è fondamentale per comprendere il concetto di santità nell'ambito cristiano. Hagios significa "sacro" o "puro" e veniva usato per descrivere tutto ciò che apparteneva a Dio o agli dei. Era un termine fondamentale nella lingua e nella cultura religiosa greca, che descriveva la sacralità associata a entità divine, luoghi e oggetti.
Nell’Antico Testamento tradotto in greco (la Septuaginta), "hagios" veniva usato per descrivere il popolo d’Israele come popolo “consacrato” a Dio. Questo senso di separazione e consacrazione si trasferì poi alla comunità cristiana, rafforzando l’idea di una "santità" riservata a coloro che erano in comunione con Dio. Con il passare del tempo, "santo" divenne un termine specifico per coloro che venivano ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa per la loro fede eroica, il martirio o altre virtù eccezionali. Durante il Medioevo, nacque il processo di canonizzazione, che formalizzò la proclamazione di una persona come "santo" dopo un’attenta verifica della vita e dei miracoli attribuiti al candidato. "Santo" assume quindi un significato gerarchico nella Chiesa, differenziandosi dal semplice credente: un "santo" diventa un modello di fede e un intercessore presso Dio per i fedeli sulla terra. Questo cambiamento arricchisce il termine di una valenza intermedia tra l’umano e il divino, ponendo i santi in una posizione privilegiata nella devozione popolare.
In italiano, "santo" rimane strettamente legato alla sfera religiosa, ma il termine assume anche significati estesi nel linguaggio quotidiano. Ad esempio:
- Simbolo di virtù morale: una persona viene definita "santa" o "come un santo" per esprimere una condotta eccezionalmente buona o paziente.
- Esclamazioni e usi colloquiali: espressioni come "santo cielo" o "santo subito" riflettono la diffusione e la forza della parola, spesso usata per indicare stupore, speranza o ammirazione per qualcuno ritenuto degno di essere canonizzato immediatamente.
L'uso figurato di "santo" per indicare una persona con grande pazienza o compassione è nato dalla considerazione che la santità, associata alla virtù e alla pazienza, fosse un ideale morale elevato. La parola "santo" finisce per estendersi al linguaggio comune come simbolo di perfezione morale.
Anche in altri contesti culturali, "santo" può avere significati non strettamente religiosi. Ad esempio, nelle tradizioni popolari di diverse regioni italiane, il termine "santo" può designare una figura onorata e rispettata anche fuori dal contesto canonico, come in leggende o storie di vita quotidiana. Alcune tradizioni regionali venerano figure locali, che sono considerate "sante" nel senso popolare anche senza riconoscimento ufficiale.
Tutti i Santi - (Beato Angelico)
RIFLETTERE
Qualche settimana fa una nostra assidua "follower" ha chiesto l'etimologia del verbo riflettere, etimologia che ha colpito molto anche noi al punto che ci sembra opportuno dedicarle un post.
In particolare, l'etimologia di riflettere è da ricondursi al verbo latino flectere unito alla particella ri, quindi ri + flectere, che significa letteralmente "piegare di nuovo".
Ma cos'è che si piega quando pensiamo? Ecco, in realtà, per capire questo termine dobbiamo rivolgerci all'altro significato del verbo: quello che, per intenderci, "permette" di guardarci allo specchio.
Infatti, la ri-flessione della luce non è altro che un insieme di raggi di luce che, non appena colpiscono una superficie ri-flettente, si piegano e tornano indietro.
Ampliando lo sguardo, possiamo immaginare che i pensieri facciano lo stesso quando colpiscono l'anima e ritornano alla mente per essere ri-considerati, da qui l'altra accezione del verbo.
POPOLO
L'etimologia della parola popolo si riallaccia alla radice indoeuropea par- o pal- che esprime il concetto di riunire, mettere insieme. Anche il greco antico ha assorbito questa radice che ritroviamo, ad esempio nella parola πλῆθος (plethos) = folla. Interessante sottolineare che nell'antico tedesco, (la p si mutò in f) abbiamo voll = pieno poi volk = popolo...
Insomma l'etimologia di popolo ci riporta all'idea essenziale che esprime la parola popolo stessa: un insieme di individui riuniti insieme sotto vari aspetti (territorio, lingua, leggi, religione, tradizioni, usi, costumi, territorio, etc. In una parola: una comunità....
MITO
L'etimologia della parola mito è da ricondursi al greco μύθος (mythos) = parola, narrazione, favola, leggenda che, a sua volta, attinge alla radice indoeuropea mi- che ritroviamo anche nel sanscrito mimâti e nel greco antico μυκάομαι (entrambi esprimono l'idea di muggire o, più in generale, di emettere suono). Il termine mito è utilizzato, sin dall'antichità, per indicare un racconto leggendario , profondamente intriso di archetipica sacralità, originatosi nella notte dei tempi (e quasi sempre tramandato oralmente) allo scopo di fornire una spiegazione ai fenomeni naturali, le cui cause erano sconosciute.
FOLKLORE
L'etimologia della parola folklore si ricollega all'anglosassone antico folklore, formato da folk = popolo + lore = sapere. Il termine folklore fu coniato nel 1846 dallo scrittore William John Thomps.
Letteralmente, quindi, folklore significa "sapere popolare". Nel linguaggio corrente, per folklore intendiamo lo studio delle tradizioni popolari o l'insieme delle svariate manifestazioni, perlopiù tramandate oralmente, della cultura popolare: usi e costumi, musica, canto, danza, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi etc.
TEMPO
L'etimologia della parola tempo si ricollega al greco τέμνω = divido, separo. Effettivamente, il concetto di divisione, di partizione rende bene l'idea di arco temporale, di periodo, di epoca...
Altre interpretazioni etimologiche (meno accreditate), riconducono al sanscrito tàpas = tepore, atmosfera, oppure, al lituano tempti = distendere (nel senso di durare).
CHIRURGO
L'etimologia della parola chirurgo ha le sue radici nel dal greco χειρουργός (cheirourgos), formato da χείρ (cheir) = mano e da ἔργον (ergon) = opera; il chirurgo, quindi, è colui che opera con le mani, colui che cura, guarisce con l'uso delle mani. La lingua latina assorbì il termine greco trasformandolo in chirurgicus poi, in epoca medioevale in cirugicus ed infine in cerusicus = cerusico.
QUADERNO
L'etimologia della parola quaderno si ricollega al latino quater = quattro, da cui quaternus = formato da quattro (fogli). Inizialmente, infatti il quaderno era formato soltanto da quattro fogli piegati, su cui scrivere. Inseguito, i fogli aumentarono fino a formare i ben noti libretti utilizzati dagli studenti di tutto il mondo.
LAVAGNA
L'etimologia della parola lavagna si riallaccia al nome dell'omonima località sita in Liguria che si chiama, appunto Lavagna. In questa zona geografica, infatti, si trovano abbondanti cave di ardesia, il minerale di colore grigio-nero con cui sono fatte le lavagne che noi tutti abbiamo utilizzato a scuola.
ZIMBELLO
L'etimologia della parola zimbello si ricollega al latino cymbellum (diminuitivo di cymbalum ) cioè piccolo cembalo. Per zimbello, nel medioevo, si intendeva la piccola campana che richiamava i monaci in refettorio, ma il significato maggiormente diffuso riguardo all'uso del termine zimbello è quello che indica l'uccelletto che si fa svolazzare, legato ad una cordicella, al fine di sollazare e di attirare gli altri uccelli. Da ciò, la parola zimbello è utilizzata per indicare chi diventa il bersaglio dello scherno altrui.
DRONE
L'etimologia della parola drone ha radici nel tedesco drohne, poi assorbito dall'inglese drone = maschio dell'ape, fuco. Un altra accezione individua sempre l'inglese drone nel significato di ronzìo.
Nell'uso moderno comune, per drone intendiamo un aereo guidato a distanza privo di pilota che viene utilizzato in ambito militare dalle aviazioni moderne per missioni ricognitive e/o offensive ad alto rischio per evitare possibili perdite umane oppure in ambito civile, per effettuare riprese o foto dall'alto o anche a scopo puramente ludico.
BELLO
L'etimologia della parola bello ha le sue radici nel latino due-nŭlus, diminutivo di duenos, antica forma di bonus = buono, in perfetta sintonia con la concezione tipica dell'antichità classica in cui la categoria estetica del bello e quella etica del buono coincidono: καλὸς καὶ ἀγαθός (kalos kai agathos) = bello e buono. Insieme al concetto di vero e di bene, il bello, fin dai tempi antichi, è ritenuto uno dei valori supremi.
ALLELUIA
L'etimologia della parola alleluia o alleluja è da ricondursi alla traslitterazione della parola ebraica הַלְּלוּיָהּ (Halləluya) composta da הַלְּלוּ (Hallelu) = lodiamo + יָהּ (Yah) = Dio, il Signore (Yah è la forma abbreviata di Yahweh). Alleluia è la più sintetica ed antica preghiera di lode della tradizione giudaico-cristiana, ed anche espressione utilizzata, nel linguaggio corrente, per esternare gioia ed esultanza.
ALLEGRIA
L'etimologia della parola allegria si riallaccia al latino alacer = alacre, allegro,vivace, brioso che nella forma accusativa alacrem fu acquisita dall'antico francese trasformandosi in alaigre = allegro da cui il termine allegria cioè lo stato d'animo di buon umore che caratterizza chi è felice, gioioso,entusiasta e vivace.
AUTUNNO
L'etimologia della parola autunno è da ricollegarsi al verbo latino augere = aumentare, arricchire, il cui participio passato auctus + la desinenza -mnus danno origine al latino autumnus. Andando ancor di più alle origini, rintracciamo la radice sanscrita av- o au- che esprime l'idea del saziarsi, del godere. Ecco che, contrariamente a quanto si possa immaginare, la parola autunno non significa la stagione che prepara al tramonto, al declino dell'inverno, bensì, al contrario, la stagione ricca di frutti che la natura ed il lavoro dell'uomo hanno preparato.
POESIA
L'etimologia della parola poesia è da ricollegare al latino pŏēsis dal greco ποίησις, derivato a sua volta da ποιέω = produrre, fare, creare ed, in senso più ampio, comporre. Andando ancora più indietro, si risale alla radice sanscrita pu- che ha appunto il significato di generare, procreare. La poesia è, in altri termini il frutto della creazione artistica che raggiunge vette tanto sublimi quanto riesce a trasfigurare il dolore, la sofferenza, le tragedie in bellezza estetica ed etica.
RELAX
Solitamente non ci occupiamo dell'origine di parole inglesi, ma vista l'intensità con cui questa parola è entrata nel nostro lessico, ci sembra opportuno dedicarvi qualche riga, soprattutto in pieno clima di vacanze.
In particolare, il verbo "to relax" deriva dal latino "relaxare", composto da re (particella intensiva) e laxare, che significa letteralmente allentare, allargare.
Questo verbo, che ha mantenuto la sua radice originale in inglese, è arrivato nella nostra lingua (in seguito alle consuete trasformazioni fonetiche) nella forma "rilassare" o meglio in quella riflessiva "rilassarsi", in cui il prefisso ri- non implica, come di consueto, la ripetizione di un'azione, ma ha l'accezione di cui sopra.
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