L'etimologia della parola cacca è abbastanza incerta: alcuni la riconducono all'aggettivo greco κακῶς (kakos), = cose cattive, sporche; altri la riconducono alla contrazione del verbo latino cloacare = sporcare; altri ancora, alla radice sanscrita kak- che significa sterco, escrementi, letame. In ogni caso, cacca è ritenuto essere un termine prevalentemente appartenente al linguaggio infantile.
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ANTONOMASIA
L'etimologia della parola antonomasia è da ricondursi al greco ἀντονομασία (antonomasìa) = chiamare con nome diverso, a sua volta dal verbo ἀντονομάζω (antonomazo) per unione del prefisso anti = al posto di + onomazein = nominare, ovvero cambiar nome.
L'antonomasia è una "figura retorica" consistente nell'usare, al posto di un nome comune, un nome proprio che caratterizzi quello sostituito oppure, al contrario, al posto di un nome proprio, un nome comune o un aggettivo che caratterizzi il nome proprio sostituito:
Esempi:
- "Vorrei trovare un Mecenate che mi aiuti a diventare famoso": il nome proprio Mecenate sta per finanziatore, nome comune;
- "L'Onnipotente è misericordioso": L'onnipotente (aggettivo sostantivato) sta per Dio (nome proprio).
PUPILLA
L'etimologia della parola pupilla è molto interessante, essa infatti può essere ricondotta alla forma diminutiva del termine pupa che in latino indica la bambola.
Pupilla significa, dunque, bambolina, la stessa che vediamo negli occhi di chi abbiamo di fronte e che è stato il primo ed originario modo di conoscersi e ri-conoscersi quando non esistevano né specchi né quantomeno "selfie" ma si poteva avere un'idea "sincera"del proprio aspetto soltanto attraverso lo sguardo dell'altro.
Non a caso, questo particolare e dolce modo per indicare ciò che ci permette di vedere è anche reperibile nel greco antico, infatti κόρη (kore) è usato sia per indicare una fanciulla sia per indicare la pupilla, sancendo una profonda unione fra questi due concetti.
Considerato ciò potremmo affermare che gli antichi abbiano voluto mandarci un messaggio forte e chiaro: noi possiamo conoscere chi siamo davvero solo confrontandoci con lo sguardo di altre coscienze libere, se ci contempliamo chiusi nel nostro ego non possiamo che fare la fine di Narciso...
VANVERA
L'etimologia della parola vanvera è di origine incerta: alcuni riconducono l'etimologia di vanvera all'antico lemma onomatopeico fanfera dal suono fan-fan (da cui fanfarone = chiacchierone, spaccone, sbruffone, millantatore); altro etimo, dallo spagnolo bambàra dall'omonimo gioco di carte, a sua volta da bambarria che nel gioco del biliardo indica un tiro sbagliato ma casualmente vincente. Per cui, chi parla a vanvera è colui che parla a casaccio, diremmo con una perifrasi moderna, chi utilizza le labbra senza connetterle col cervello...
Una meno diffusa ma non meno interessante etimologia del termine vanvera riconduce l'etimo ad uno strumento in uso nel Seicento presso i Veneziani che era chiamato appunto vanvera: si trattava di un contenitore per i gas intestinali utilizzato da chi soffrisse di meteorismi incontrollabili, che permetteva di scaricare, anche in pubblico, ed immagazzinare momentaneamente tali miasmi un un sacchetto di pelle, e di scaricarli successivamente, una volta non in presenza di altre persone !
LIBERTA'
L'etimologia della parola libertà è da ricondursi al latino libertas, a sua volta derivata da liber = uomo legalmente libero cioè il contrario del servus, lo schiavo. Infatti, nell'antichità, quello che per noi occidentali è il diritto per antonomasia, non era affatto scontato: si poteva nascere sia liber, sia servus (ed era molto probabile rimanere per tutta la vita nella stessa condizione); tuttavia in qualche caso, si poteva perdere o acquisire la libertà (il liberto, appunto, era colui che era passato dallo stato di servus a quello di liber). Da notare che libertà ha la stessa radice lib- che ritroviamo in altre parole come liberalità, libidine, libare tutte parole che rimandano all'idea di piacere, di gradimento. Senza impelagarci in interminabili disquisizioni filosofiche, teologiche, sociologiche, giuridiche etc, libertà è quindi la condizione di chi può decidere a suo piacere della propria persona, di chi può godere della propria autodeterminazione.
ORGOGLIO
L'etimologia della parola orgoglio è da ricondursi al franco urgoli, e/o all'antico tedesco urguol = notevole (composto da ur-, particella intensiva corrispondente al latino ex + guol = petulante, lussureggiante). Per cui, si definisce orgoglioso chi ha un'opinione esageratamente e presuntuosamente elevata di se stesso.
AGGIOTAGGIO
L'etimologia della parola aggiotaggio è da ricondursi all'italiano aggio, mutuato a sua volta dal francese agiotage. Per aggio si intende il guadagno o il vantaggio economico, che si ottiene per aggiustamento della valuta di una moneta a quella di un'altra. Per cui, aggiotaggio è l'attività che comporti un turbamento fraudolento del mercato come recita sia il codice civile sia quello penale:
art. 2637 del Codice Civile:
«Chiunque diffonde notizie false, ovvero pone in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari non quotati o per i quali non è stata presentata una richiesta di ammissione alle negoziazioni in un mercato regolamentato ovvero ad incidere in modo significativo sull'affidamento che il pubblico ripone nella stabilità patrimoniale di banche o di gruppi bancari, è punito con la reclusione da uno a cinque anni».
art. 501 del Codice Penale:
"Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio":
«Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822
Se l'aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate. Le pene sono raddoppiate:
1. se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri;
2. se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo.
Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all'estero, in danno della valuta nazionale o di titoli pubblici italiani.
La condanna importa l'interdizione dai pubblici uffici».
GOVERNO
L'etimologia della parola governo è da ricondursi al latino gubernare = reggere il timone (gubernum = timone), a sua volta derivato dal greco antico κυβερνάω (kubernao) = dirigere una nave. In senso stretto, quindi, governo è un termine originatosi in ambito nautico. In senso più ampio, la parola governo assume varie accezioni a seconda dell'ambito in cui è utilizzata:
in generale è sinonimo di conduzione, comando, guida, direzione, amministrazione, gestione;
nel diritto pubblico è sinonimo di potere esecutivo, consiglio dei ministri, regime politico, pubblici poteri;
riferito a cose o persone è sinonimo di cura, assistenza, sorveglianza;
riferito ad un' impresa o a una casa è sinonimo di amministrazione, gestione.
LAVORO
L'etimologia della parola lavoro è da ricondursi alla radice sanscrita labh- (a sua volta dalla più antica radice rabh-) che, in senso letterale, significa afferrare, mentre, in senso figurato, vuol dire orientare la volontà, il desiderio, l'intento, oppure intraprendere, ottenere... In greco antico, il verbo λαμβάνω (lambano) che esprime l'idea di afferrare, prendere, ottenere sembra potersi ricondurre alla stessa radice sanscrita di cui sopra. Da questa antica radice indoeuropea deriva anche il latino labor = fatica (a sua volta, dal verbo latino labi, che significa scivolare, cadere). Questo verbo era spesso utilizzato per descrivere il movimento di una persona che cadeva a terra o si muoveva con fatica, nello sforzo di compiere un'attività fisica. Da ciò, possiamo concludere che, sin dall'antichità, il lavoro fu inteso come un'attività faticosa volta ad ottenere i risultati che il lavoratore (o chi per lui) si prefiggeva di raggiungere.
Infatti, nell'antica Roma, il termine "labor" si riferiva principalmente al lavoro manuale, in particolare a quello svolto dagli schiavi. In questo contesto, il lavoro era visto come una forma di punizione o di umiliazione. Gli schiavi erano spesso costretti a svolgere lavori pesanti e faticosi, come l'estrazione mineraria, la costruzione di edifici e la pulizia delle strade. Con l'avvento del cristianesimo, il concetto di lavoro subì un'ulteriore evoluzione; San Paolo, nel Nuovo Testamento scrive: "chi non lavora non mangi". Questo principio sottolineò l'importanza del lavoro come mezzo per guadagnarsi il pane quotidiano e per contribuire alla comunità.
Nel Medioevo, il concetto di lavoro era strettamente associato al concetto di servitù. Le persone che lavoravano erano generalmente considerate inferiori a quelle che non lo facevano (generalmente, i nobili), e il lavoro stesso era visto come una forma di punizione per i peccati commessi. Tuttavia, con l'avvento della Rivoluzione Industriale e l'aumento della produzione di massa, il lavoro divenne sempre più importante per l'economia e per la società nel suo complesso. Il concetto di lavoro è stato anche oggetto di dibattito filosofico e politico. Il filosofo tedesco Karl Marx, ad esempio, sostenne che il lavoro era la vera fonte della ricchezza e che i lavoratori dovevano appropriarsi dei mezzi di produzione per ottenere una giusta remunerazione per il loro lavoro.
Oggi, il lavoro è una parte fondamentale della vita delle persone in tutto il mondo. Miliardi di persone lavorano per guadagnarsi da vivere, per contribuire alla società e per realizzare i propri obiettivi personali.
Tirando le somme, il significato della parola "lavoro" è stato plasmato da diverse influenze culturali nel corso del tempo. Ad esempio, la cultura agricola ha influenzato il significato originale della parola, che era legato alla fatica fisica e al lavoro dei campi. In seguito, l'industrializzazione e la crescita economica hanno portato a una maggiore importanza del lavoro retribuito e alla sua associazione con il reddito e la posizione sociale. Inoltre, la cultura occidentale ha spesso visto il lavoro come un'attività che fornisce un senso di realizzazione personale e di identità. Le differenze culturali possono influenzare il concetto di lavoro in molti modi. Ad esempio, in alcune culture, il lavoro è visto come un dovere verso la famiglia e la comunità, mentre in altre culture, il lavoro è spesso associato all'individuo e alla sua realizzazione personale. In alcune parti del mondo, il lavoro è visto principalmente come un mezzo per guadagnare denaro e migliorare la propria posizione sociale, mentre in altre parti del mondo, il lavoro è visto principalmente come un modo per contribuire alla società e al bene comune. Nella Costituzione del nostro "belpaese", il lavoro è indicato come fondamento della repubblica democratica. Tuttavia, negli ultimi tempi, a causa della globalizzazione dei mercati, le politiche del lavoro si sono spostate su principi di estrema flessibilità. Ciò ha comportato una progressiva diminuzione della tutela dei lavoratori (specialmente dei giovani) causata dalla precarietà introdotta da varie soluzioni contrattuali "atipiche" che, anziché garantire i lavoratori, garantiscono molto più i datori di lavoro, specialmente se applicate non proprio con la massima correttezza, ma utilizzate come "escamotages" da qualche furbetto che cerca di arricchirsi col sudore altrui...Infine, la mancanza di una determinazione legislativa del cosiddetto "salario minimo", espone ulteriormente i lavoratori, già precari, a salari ridicoli, che offendono la dignità del lavoratore ancorché la sacralità del lavoro in se stessa.
Meccanico al lavoro
ESAGERATO
L'etimologia della parola esagerato è da ricondursi al latino ex = fuori da, oltre + agger = argine, per cui, letteralmente, fuori dall'argine; in senso lato e figurato, oltre limite, eccessivo, enfatizzato, ingigantito.
PECULIARE
L'etimologia della parola peculiare è da ricondursi al latino pecus = gregge, bestiame, nell'antichità sinonimo di patrimonio perché gli scambi di merci venivano regolati con pagamento di bestiame (dallo stesso etimo, pecunia = soldi, denaro). Quindi, il "peculiare", essendo stato un antico mezzo di pagamento, è usato come sinonimo di proprio, specifico, caratteristico, tipico, particolare.
RIDONDANTE
L'etimologia della parola ridondante è da ricondursi al verbo latino redundare (composto da red- = indietro + undare, da unda = onda). Letteralmente significa straripante, trabboccante (si consideri l'immagine dell'onda che torna indietro). In senso più ampio e figurato, ridondante è sinonimo di eccedente, sovrabbondante, ripetitivo, ampolloso, prolisso. In campo informatico per ridondante si intende un dato duplicato o replicato più volte.
SOAVE
L'etimologia della parola soave è da ricondursi alla radice sanscrita svad- che significa dolce, piacevole, gustoso. Questa radice sanscrita svad- è formata, a sua volta, da su = bene + ad- = mangiare: insomma, mangiare bene. Anche il latino suavis può essere ricondotto alla stessa etimologia, nonchè l'inglese sweet, cioè dolce.
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