Cerca nel blog

MENTIRE/MENZOGNA

L'etimologia della parola mentire è legata al verbo latino mentiri, a sua volta, da mens = mente, immaginazione, invenzione (la radice indoeuropea men- = pensare o ricordare). Il verbo "mentire" è stato utilizzato fin dall'epoca dell'antica Roma, dove la verità era considerata un valore importante e la menzogna era considerata una grave violazione della morale e della reputazione personale. Nel mondo antico, esistevano giuramenti solenni per fare in modo che le persone dicessero la verità, come i giuramenti giudiziari utilizzati in tribunale. La parola "mentire" è stata utilizzata anche nel Medioevo con lo stesso significato di "dire il falso". Tuttavia, a partire dal Rinascimento, il termine ha cominciato ad assumere un significato più ampio, includendo anche l'omissione di informazioni importanti o la manipolazione della verità in modi sottili e sfuggenti. Oggi, la parola "mentire" viene utilizzata per indicare una falsità o un'informazione ingannevole, espressa con l'intenzione di ingannare o manipolare gli altri. Mentire, quindi, significa dare spiegazioni  immaginarie, frutto di una invenzione della mente, e quindi false. Lo stesso vale per il sostantivo menzogna, la cui etimologia si riconduce al latino mens + il suffisso -ogna (che in latino corrisponde a -umnia), per cui, menzogna altro non è che una versione falsa in quanto immaginaria (e quindi alterata) o del tutto inventata della realtà. La menzogna può assumere diverse forme e livelli di gravità, ma in ogni caso rappresenta una violazione  della verità e, quasi sempre, dell'onestà.
Il mentitore o il menzognaro

VERME

L'etimologia della parola verme si ricollega all'antica radice indoeuropea var-  o kvar-  che esprime l'idea di spingersi avanti, muoversi.
Un'altra ipotesi vede nel verbo latino vertere = volgere, torcersi la corretta etimologia della parola verme (in latino vermen).
In entrambi i casi, comunque, l'etimologia di verme indica l'azione di spingersi avanti contorcendosi, tipica degli animali così denominati.
In senso figurato, la parola verme è utilizzata in senso fortemente dispregiativo per indicare un individuo viscido e contorto...

DENARO

L'etimologia della parola denaro si ricollega al latino (nummus) denarius = (moneta) che vale dieci (assi), a sua volta da deni cioè "a dieci a dieci". Infatti, inizialmente, il denarius fu una moneta coniata in argento, e valeva dieci assi; in seguito, ebbe diversi valori e fu coniata in diversi metalli. Il termine denaro acquisì, nel tempo, il significato di moneta in generale, e divenne sinonimo di valùta.

BOICOTTAGGIO

L'etimologia della parola boicottagio si ricollega al nome del capitano inglese Charles Cunningham Boycott, che fu amministratore dei possedimenti del conte di Erne, ricco latifondista irlandese del diciannovesimo secolo. Boycott era solito vessare anche crudelmente i contadini a lui sottoposti, finché la "Lega irlandese dei lavoratori della terra" non intraprese contro di lui una lotta non violenta consistente nell'attuazione di una campagna di isolamento e di non collaborazione. Sembra addirittura che nessuno gli rivolgesse più la parola né si sedesse accanto a lui né volesse avere alcun tipo di rapporto con questo personaggio, al punto che fu costretto a dimettersi. Pertanto col termine boicottaggio si intende un'attività di contrasto, in genere non violenta, che si basa sulla non collaborazione e sull'isolamento dell'avversario.

BARAONDA

L'etimologia della parola baraonda è da ricollegarsi allo spagnolo barahunda = disordine, confusione, a sua volta dall'antico ebraico "barūk-adonai" = "benedetto il signore", diffusissima giaculatoria ebraica che, ripetuta ad alta voce da tanti fedeli contemporaneamente, creava, appunto, "baraonda", cioè chiasso, confusione, ed in senso più ampio, disordine.

CAPARRA

L'etimologia della parola caparra si riconduce all'unione di due parole latine: il verbo capere = prendere + arra o arrha = pegno, garanzia. Pertanto, il termine caparra indica, nel linguaggio corrente, la somma in denaro data o ricevuta in garanzia dell'adempimento adempimento di un successivo contratto di acquisto. Altra soluzione etimologica possibile: caparra dall'unione di capo = inizio + arra = pegno, garanzia. Quindi, caparra = inizio di un impegno.

BURATTINO

L'etimologia della parola burattino si riallaccia al termine buratto = panno ordinario di colore scuro con cui venivano confezionati i fantocci di cenci che acquisirono perciò il nome di burattini. A differenza delle marionette che sono pupazzi fatti generalmente in legno e vengono manovrati attraverso i fili, i burattini, invece, sono pupazzi che hanno la testa in legno o altro materiale (cartapesta, creta, etc.) e vengono mossi direttamente dalla mano del burattinaio che li indossa a mo' di guanti. Per questo motivo i burattini compaiono in scena solo a mezzo busto. 
In senso figurato, si definisce burattino, ovviamente in modo fortemente dispregiativo, una persona facilmente manovrabile, volubile e priva di personalità.

ENIGMA

L'etimologia della parola enigma ha ben poco di enigmatico....  Infatti, si riconduce al greco αἴνιγμα (ainigma)  a sua volta dal verbo αἰνίσσομαι (ainissomai) = parlare in maniera oscura, ambigua, allusiva, arcana e misteriosa...  In sostanza, un enigma è un'affermazione poco chiara che nasconde un recondito significato, tutto da scoprire...

BIZZARRO

L'etimologia della parola bizzarro è alquanto incerta e controversa. Tra le varie interpretazioni etimologiche, prendiamo in considerazione le tre che sembrano più convincenti:
  • dallo spagnolo bizarro = coraggioso, valoroso. Forse a sua volta derivato dal basco bizarra = barba, per cui, virile, aggressivo (vedasi la parola imbizzarrito riferita ad un cavallo divenuto aggressivo). In un primo tempo con l'accezione prima riportata, poi con l'accezione di strano, eccentrico...)
  • dal francese bigarre = variegato da bigarrer = variegare, screziare (a sua volta derivato da bis + variare). In un primo tempo riferito alle stoffe variopinte e poi applicato al carattere stravagante ed eccentrico, proprio di chi è bizzarro;
  • da bizza ( dall'antico tedesco bizzan = pungere, mordere) + -ardo, poi trasformatosi in -arro, per cui pungente, mordente e poi, in senso lato insolito, estroso....

OBIETTIVO

L'origine del termine obiettivo, inteso sia come sostantivo, sia come aggettivo, è da ricondursi al verbo latino objicere, composto dalla preposizione ob-, davanti e dal verbo jacere, gettare, e in particolare al suo participio perfetto objectum, da cui deriva anche oggetto.
Per cui, se stiamo parlando di un particolare scopo o di una persona equilibrata nei giudizi  oppure ancora del dispositivo delle macchine fotografiche che permette di catturare la luce stiamo semplicemente individuando qualcosa che "è posta davanti".

OBBEDIENZA

L'etimologia della parola obbedienza (ma è ugualmente corretto ubbidienza) si ricollega al latino, ed in particolare, all'unione del prefisso ob- = dinnanzi col verbo audere = ascoltare. Obbedire significa letteralmente ascoltare chi sta dinnanzi, in altri termini, prestare ascolto.

Piccola chiosa: nella cultura contemporanea, l'obbedienza, più che essere considerata una virtu' (come del resto viene considerata da quasi tutte le religioni e le filosofie) è invece ritenuta, in nome dell'affermazione individuale, un difetto da bacchettoni....  Forse, se si recuperasse il significato originario della parola obbedienza, sarebbe meglio evidenziato che la vera obbedienza (o almeno quella da intendersi come virtù) non è l'obbedienza che nasce dalla paura, dal conformismo o da un atteggiamento "da lecchini", bensì che obbedire significa semplicemente prestare ascolto, tenere in considerazione le indicazioni o le volontà di qualcuno, fino al punto di farle prevalere sulle proprie, semplicemente come atto di fiducia e/o, meglio ancora, come atto di amore...

COPPIA

L'etimologia della parola coppia è prettamente latina: coppia, infatti deriva da copula = legame, unione, congiunzione. E' interessante notare che nel linguaggio odierno è sopravvissuto il termine copula, con l'accezione, però, di tipo sessuale (copula = unione sessuale, atto sessuale), mentre il termine coppia è utilizzato non solo per indicare legami affettivi e/o erotici, ma anche, in altri ambiti: ad esempio, in ambito commerciale, per indicare un insieme di due oggetti simili ( come sinonimo di paio) o, in fisica, un sistema di due forze uguali e opposte (coppia di forze).

BISTURI

L'etimologia della parola bisturi è alquanto curiosa: si riallaccia al francese bistouri  a sua volta dal termine tardo-medievale bistorio, piccolo coltello molto affilato, da Pistorium, antico nome della città di Pistoia dov'era  fiorente l'artigianato di coltelleria e di armi da taglio.

TURLUPINARE

L'etimologia della parola turlupinare è da ricondursi allo pseudonimo Turlupin (forse, a sua volta, derivato dal nome della setta eretica dei Turlupini, diffusa nella Francia settentrionale, in Germania e nei Paesi Bassi che, a causa di un'interpretazione libertina della religione, furono accusati di farsi beffa di essa e, pertanto, perseguitati)attribuito al comico francese Henry le Grand, vissuto nel 1600. Poichè il Le Grand, detto Turlupin, divenne celeberrimo per l'ingegno profuso nell'attuare magnifiche burle e grandiosi raggiri, si cominciò ad utilizzare il verbo turlupinare per indicare, per antonomasia, un raggiro, un imbroglio, un inganno, una fregatura inflitta o subita.

ATTIMO

L'etimologia della parola attimo è davvero interessante:

prima ipotesi: dalla radice indoeuropea   av-  o au- , (poi divenuta aut- o at- da cui il sanscrito atman = soffio, alito, respiro, anima); tracce di questa radice troviamo anche nel greco antico ἀτμός (atmos) = esalazione, vapore (da cui atmosfera) oppure dalla radice indoeuropea an- = spirare, alitare; tracce di questa radice troviamo anche nell'italiano anima;

seconda ipotesi: dal greco ἐν ἀτόμῳ (en atomo), letteralmente in un' indivisibile (unità di tempo), quindi, in un un brevissimo lasso di tempo.

Entrambe le interpretazioni etimologiche del termine attimo sono plausibili, benché la seconda appaia più appropriata ed esplicativa rispetto al significato che nel linguaggio corrente gli si attribuisce.

SMOG

L'etimologia della parola smog si ricollega alla fusione di due termini inglesi, smoke = fumo e fog = nebbia. Il termine smog, letteralmente "nebbia di fumi", coniato per indicare la caligine, il miscuglio, simile a nebbia, di fumi emanati dalle fabbriche proliferate all'epoca della rivoluzione industriale, oggi significa e rappresenta tutto l'insieme di sostanze velenose che inquinano la nostra atmosfera e che danneggiano,giorno dopo giorno, la nostra salute oltre che l'ecosistema del nostro pianeta. Nella lingua italiana, "smog" può essere considerato pertanto un "forestierismo".

MISERICORDIA

L'etimologia della parola misericordia è prettamente latina: più precisamente si ricollega all'unione di misereor = ho pietà e cor - cordis = cuore. Insomma, avere il cuore impietosito, nutrire in cuore un sentimento di compassione per la miseria morale o materiale altrui (ma anche propria....). Per la maggior parte delle religioni, la misericordia costituisce un'importante virtù spirituale, essendo essa stessa una qualità divina...

GUERRA

L'etimologia della parola guerra si ricollega all'antico tedesco werra che esprime l'idea della mischia, del groviglio, della scontro disordinato in cui si avviluppano i combattenti in un vero e proprio "macello" (la stessa radice si trova nell'inglese war). Questo modalità di combattimento, tipico delle popolazioni germaniche antiche, si contrapponeva al bellum, modalità di combattimento ordinato tipico dei Romani. Quest'idea di confusione, di disordine, di aggrovigliamento di corpi che provano a distruggersi l'un l'altro, la dice lunga sulla guerra, evidenziando come essa comporti, nella maggior parte dei casi, l'eclissi totale di ogni barlume di umanità....

NOMADE

L'etimologia della parola nomade è da ricondursi al greco νομάς (nomas) = che pascola. che erra per i campi. Da ciò, nomadi furono intese, originariamente, quelle popolazioni che, totalmente o prevalentemente dedite alla pastorizia, e quindi alla continua ricerca di pascoli per il bestiame, non hanno fissa dimora.

SANTO

L'etimologia della parola santo si ricollega a sanctus, participio passato del verbo latino  sancire, nelle accezioni di separare, riservare,  dedicare... (a Dio). Si noti che ritroviamo la stessa radice sanc- o sac-in sacer = sacro, riservato a Dio. Pertanto, santo è chi o ciò che "sta a parte" in una condizione di inviolabilità, in forza della sanzione che lo rende, appunto, sacro, separato dal mondo. 
(Vedi anche l'etimologia di SACRO)
Come già detto, la radice proto-indo-europea sak-  si riferisce all’idea di "sacro" o "santificato". Dunque, in origine, "sanctus" si riferiva a qualcosa o qualcuno posto sotto la protezione divina, separato e distinto dal profano.
In epoca romana, "sanctus" veniva spesso usato per oggetti o luoghi ritenuti sacri, come templi, oggetti rituali, o anche valori intangibili come la legge e la moralità. Una legge "sancta" era inviolabile e sacra, esattamente come una persona "sancta" era inviolabile nel senso morale, protetta dalle divinità.
Con la diffusione del cristianesimo, il termine "sanctus" venne impiegato per designare uomini e donne di fede riconosciuti come particolarmente virtuosi e vicini a Dio. Nel cristianesimo delle origini, le prime comunità cristiane usavano il termine "santo" per riferirsi non solo a coloro che erano martiri, ma anche ai membri di tutta la comunità di fedeli, in quanto considerati "separati" dal peccato e votati alla santità.
Anche se la parola italiana "santo" non discende direttamente dal greco ἅγιος (hagios), questo termine è fondamentale per comprendere il concetto di santità nell'ambito cristiano. Hagios significa "sacro" o "puro" e veniva usato per descrivere tutto ciò che apparteneva a Dio o agli dei. Era un termine fondamentale nella lingua e nella cultura religiosa greca, che descriveva la sacralità associata a entità divine, luoghi e oggetti.
Nell’Antico Testamento tradotto in greco (la Septuaginta), "hagios" veniva usato per descrivere il popolo d’Israele come popolo “consacrato” a Dio. Questo senso di separazione e consacrazione si trasferì poi alla comunità cristiana, rafforzando l’idea di una "santità" riservata a coloro che erano in comunione con Dio. Con il passare del tempo, "santo" divenne un termine specifico per coloro che venivano ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa per la loro fede eroica, il martirio o altre virtù eccezionali. Durante il Medioevo, nacque il processo di canonizzazione, che formalizzò la proclamazione di una persona come "santo" dopo un’attenta verifica della vita e dei miracoli attribuiti al candidato. "Santo" assume quindi un significato gerarchico nella Chiesa, differenziandosi dal semplice credente: un "santo" diventa un modello di fede e un intercessore presso Dio per i fedeli sulla terra. Questo cambiamento arricchisce il termine di una valenza intermedia tra l’umano e il divino, ponendo i santi in una posizione privilegiata nella devozione popolare.
In italiano, "santo" rimane strettamente legato alla sfera religiosa, ma il termine assume anche significati estesi nel linguaggio quotidiano. Ad esempio:
  • Simbolo di virtù morale: una persona viene definita "santa" o "come un santo" per esprimere una condotta eccezionalmente buona o paziente.
  • Esclamazioni e usi colloquiali: espressioni come "santo cielo" o "santo subito" riflettono la diffusione e la forza della parola, spesso usata per indicare stupore, speranza o ammirazione per qualcuno ritenuto degno di essere canonizzato immediatamente.
L'uso figurato di "santo" per indicare una persona con grande pazienza o compassione è nato dalla considerazione che la santità, associata alla virtù e alla pazienza, fosse un ideale morale elevato. La parola "santo" finisce per estendersi al linguaggio comune come simbolo di perfezione morale.
Anche in altri contesti culturali, "santo" può avere significati non strettamente religiosi. Ad esempio, nelle tradizioni popolari di diverse regioni italiane, il termine "santo" può designare una figura onorata e rispettata anche fuori dal contesto canonico, come in leggende o storie di vita quotidiana. Alcune tradizioni regionali venerano figure locali, che sono considerate "sante" nel senso popolare anche senza riconoscimento ufficiale.
Tutti i Santi - (Beato Angelico)

RIFLETTERE

Qualche settimana fa una nostra assidua "follower" ha chiesto l'etimologia del verbo riflettere, etimologia che ha colpito molto anche noi al punto che ci sembra opportuno dedicarle un post.

In particolare, l'etimologia di riflettere è da ricondursi al verbo latino flectere unito alla particella ri, quindi ri + flectere, che significa letteralmente "piegare di nuovo". 

Ma cos'è che si piega quando pensiamo? Ecco, in realtà, per capire questo termine dobbiamo rivolgerci all'altro significato del verbo: quello che, per intenderci, "permette" di guardarci allo specchio.

Infatti, la ri-flessione della luce non è altro che un insieme di raggi di luce che, non appena colpiscono una superficie ri-flettente, si piegano e tornano indietro.

Ampliando lo sguardo, possiamo immaginare che i pensieri facciano lo stesso quando colpiscono l'anima e ritornano alla mente per essere ri-considerati, da qui l'altra accezione del verbo.

POPOLO

L'etimologia della parola popolo si riallaccia alla radice indoeuropea par- o pal- che esprime il concetto di riunire, mettere insieme. Anche il greco antico ha assorbito questa radice che ritroviamo, ad esempio nella parola πλῆθος (plethos) = folla. Interessante sottolineare che nell'antico tedesco, (la p si mutò in f)  abbiamo voll  = pieno poi volk = popolo...
Insomma l'etimologia di popolo ci riporta all'idea essenziale che esprime la parola popolo stessa: un insieme di individui riuniti insieme sotto vari  aspetti (territorio, lingua, leggi, religione, tradizioni, usi, costumi, territorio,  etc. In una parola: una comunità....

MITO

L'etimologia della parola mito è da ricondursi al greco μύθος (mythos) = parola, narrazione, favola, leggenda che, a sua volta, attinge alla radice indoeuropea mi-  che ritroviamo anche nel sanscrito mimâti e nel greco antico μυκάομαι (entrambi esprimono l'idea di muggire o, più in generale, di emettere suono). Il termine mito è utilizzato, sin dall'antichità, per indicare un racconto leggendario , profondamente intriso di archetipica sacralità, originatosi nella notte dei tempi (e quasi sempre tramandato oralmente) allo scopo di fornire una spiegazione ai fenomeni naturali, le cui cause erano sconosciute.

FOLKLORE

L'etimologia della parola folklore si ricollega all'anglosassone antico folklore, formato da folk = popolo + lore = sapere. Il termine folklore fu coniato nel 1846 dallo scrittore William John Thomps. 
Letteralmente, quindi, folklore significa "sapere popolare". Nel linguaggio corrente, per folklore intendiamo lo studio delle tradizioni popolari o l'insieme delle svariate manifestazioni, perlopiù tramandate oralmente, della cultura popolare: usi e costumi, musica, canto, danza, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi etc. 

TEMPO

L'etimologia della parola tempo si ricollega al greco τέμνω = divido, separo. Effettivamente, il concetto di divisione, di partizione rende bene l'idea di arco temporale, di periodo, di epoca...
Altre interpretazioni etimologiche (meno accreditate), riconducono al sanscrito tàpas = tepore, atmosfera, oppure, al lituano tempti = distendere (nel senso di durare).

CHIRURGO

L'etimologia della parola chirurgo ha le sue radici nel dal greco χειρουργός (cheirourgos), formato da χείρ (cheir) = mano e da ἔργον (ergon) = opera; il chirurgo, quindi, è colui che opera con le mani, colui che cura, guarisce con l'uso delle mani. La lingua latina assorbì il termine greco trasformandolo in chirurgicus poi, in epoca medioevale in cirugicus ed infine in cerusicus = cerusico.

QUADERNO

L'etimologia della parola quaderno si ricollega al latino quater = quattro, da cui quaternus = formato da quattro (fogli). Inizialmente, infatti il quaderno era formato soltanto da quattro fogli piegati, su cui scrivere. Inseguito, i fogli aumentarono fino a formare i ben noti libretti utilizzati dagli studenti di tutto il mondo.

LAVAGNA

L'etimologia della parola lavagna si riallaccia al nome dell'omonima località sita in Liguria che si chiama, appunto Lavagna. In questa zona geografica, infatti, si trovano abbondanti cave di ardesia, il minerale di colore grigio-nero con cui sono fatte le lavagne che noi tutti abbiamo utilizzato a scuola.

ZIMBELLO

L'etimologia della parola zimbello si ricollega al latino  cymbellum  (diminuitivo di cymbalum ) cioè piccolo cembalo. Per zimbello, nel medioevo, si intendeva la piccola campana che richiamava i monaci in refettorio, ma il significato maggiormente diffuso riguardo all'uso del termine zimbello  è quello che indica l'uccelletto che si fa svolazzare, legato ad una cordicella, al fine di sollazare e di attirare gli altri uccelli. Da ciò, la parola zimbello è utilizzata per indicare chi diventa il bersaglio dello scherno altrui.

DRONE

L'etimologia della parola drone ha radici nel tedesco drohne, poi assorbito dall'inglese drone = maschio dell'ape, fuco. Un altra accezione individua sempre l'inglese drone nel significato di ronzìo.
Nell'uso moderno comune, per drone intendiamo un aereo guidato a distanza privo di pilota che viene utilizzato in ambito militare dalle aviazioni moderne per missioni ricognitive e/o offensive ad alto rischio per evitare possibili perdite umane oppure in ambito civile, per effettuare riprese o foto dall'alto o anche a scopo puramente ludico. 

BELLO

L'etimologia della parola bello ha le sue radici nel latino due-nŭlus, diminutivo di duenos, antica forma di bonus = buono, in perfetta sintonia con la concezione tipica dell'antichità classica in cui la categoria estetica del bello e quella etica del buono coincidono: καλὸς καὶ ἀγαθός (kalos kai agathos) = bello e buono. Insieme al concetto di vero e di bene, il bello, fin dai tempi antichi, è ritenuto uno dei valori supremi.

ALLELUIA

L'etimologia della parola alleluia o alleluja è da ricondursi alla traslitterazione della parola ebraica הַלְּלוּיָהּ (Halləluya) composta da הַלְּלוּ (Hallelu) = lodiamo + יָהּ (Yah) = Dio, il Signore (Yah è la forma abbreviata di Yahweh). Alleluia è la più sintetica ed antica preghiera di lode della tradizione giudaico-cristiana, ed anche espressione utilizzata, nel linguaggio corrente, per esternare gioia ed esultanza.

ALLEGRIA

L'etimologia della parola allegria si riallaccia al latino alacer = alacre, allegro,vivace, brioso che nella forma accusativa alacrem fu acquisita dall'antico francese trasformandosi in alaigre = allegro da cui il termine allegria cioè lo stato d'animo di buon umore che caratterizza chi è felice, gioioso,entusiasta e vivace.

AUTUNNO

L'etimologia della parola autunno è da ricollegarsi al verbo latino augere = aumentare, arricchire, il cui participio passato auctus + la desinenza -mnus  danno origine al latino autumnus. Andando ancor di più alle origini, rintracciamo la radice sanscrita av- o au- che esprime l'idea del saziarsi, del godere. Ecco che, contrariamente a quanto si possa immaginare, la parola autunno non significa la stagione che prepara al tramonto, al declino dell'inverno, bensì, al contrario, la stagione ricca di frutti che la natura ed il lavoro dell'uomo hanno preparato.

POESIA

L'etimologia della parola poesia è da ricollegare al latino pŏēsis dal greco ποίησις, derivato a sua volta da ποιέω = produrre, fare, creare ed, in senso più ampio, comporre. Andando ancora più indietro, si risale alla radice sanscrita pu- che ha appunto il significato di generare, procreare. La poesia è, in altri termini il frutto della creazione artistica che raggiunge vette tanto sublimi quanto riesce a trasfigurare il dolore, la sofferenza, le tragedie in bellezza estetica ed etica.

RELAX

Solitamente non ci occupiamo dell'origine di parole inglesi, ma vista l'intensità con cui questa parola è entrata nel nostro lessico, ci sembra opportuno dedicarvi qualche riga, soprattutto in pieno clima di vacanze.

In particolare, il verbo "to relax" deriva dal latino "relaxare", composto da re (particella intensiva) e laxare, che significa letteralmente allentare, allargare.

Questo verbo, che ha mantenuto la sua radice originale in inglese, è arrivato nella nostra lingua (in seguito alle consuete trasformazioni fonetiche) nella forma "rilassare" o meglio in quella riflessiva "rilassarsi", in cui il prefisso ri- non implica, come di consueto, la ripetizione di un'azione, ma ha l'accezione di cui sopra.

ANSIA

Il termine ansia trova un suo diretto corrispondente nel latino anxia, il quale a sua volta deriva, senza dubbio, dal verbo latino ango che significa stringere, soffocare o in altri termini angosciare (che peraltro deriva sempre da ango).

Per cui l'ansia è quello stato di agitazione, di soffocamento mentale di fronte a situazioni di possibile pericolo o incertezza, più o meno accentuato a seconda del carattere di ciascuno.

GRECIA

L'etimologia della parola Grecia si riconduce essenzialmente a due interpretazioni: la prima ricollega il termine Grecia al "Catalogo delle donne",  attribuito ad Esiodo, in cui si menziona un eroe chiamato Γραικός = (Graikos), figlio di Zeus e Pandora. Graekoi = Greci era il termine utilizzato come antico nome della tribù Achea dei Beozi che vivevano nell'Attica del nord; la seconda interpretazione etimologica riconduce il termine Grecia  in relazione alla parola γηραιός (gēraiós), = anziano, che era uno dei titoli dati ai sacerdoti di Dodona, chiamati anche Σελλοί (Selloi) da cui  Ελλάς ( Ellás)  come suggerisce Aristotele. Infatti per i Greci, la Grecia è l' Ελλάς ed i Greci sono gli Έλληνες (Hellenes).

REFERENDUM

L'etimologia della parola referendum è tutta latina. Si riallaccia all'espressione "(convocatio ad) referendum" cioè "(convocazione per) riferire" ove referendum è il gerundivo del verbo refērre = riferire. Nell'uso moderno, il termine referendum rappresenta l'istituto di democrazia diretta più diffuso, consistendo in una consultazione diretta del popolo, attraverso il voto, in termini di approvazione o di abrogazione di uno specifico atto normativo.

PARADOSSO

L'etimologia della parola paradosso è senza dubbio di derivazione greca. Infatti,  paradosso deriva dal greco  παράδοξος, (paràdoxos), dall'unione del prefisso παρα- (parà) = contro con δόξα (dòxa) = opinione. Un paradosso, quindi, altro non è se non una verità contraria all'opinione comune. Pertanto, nell'uso attuale, il termine paradosso ed i suoi derivati (paradossale, paradossalmente) vengono utilizzati  nell'accezione che indica una situazione al limite della credibilità e del senso comune.

LIBRO

L'etimologia del termine libro è da ricondursi al termine latino liber e al suo accusativo librum, che originariamente indicava la parte interna della corteccia dell'albero su cui coloro che sono nati molto prima di noi (e che ne avevano la capacità) solevano scrivere.
Solo in seguito il termine ha finito per indicare in generale qualsiasi insieme di fogli stampati o manoscritti e rilegati insieme.

DEBITO

L'etimologia di debito è molto semplice, infatti, essa è da ricondursi al verbo latino debere e al suo participio passato debitum che è arrivato nella nostra lingua con il significato di "qualcosa che deve essere data", "qualcosa per cui ci si è obbligati".

MARE

L'etimologia della parola mare viene fatta risalire alla radice sanscrita mar- = morire, nel senso di ritenere il mare come luogo infecondo, privo di vegetazione. A questa (strana) interpretazione etimologica, si affianca quella che riconduce l'etimologia di mare ad una radice foneticamente simile, màr- = scintillante, splendente (da cui anche la parola marmo). Personalmente preferisco quest'ultima interpretazione, in quanto considerare il mare come qualcosa di sterile ed infecondo, quando invece sappiamo che esso è quantomai ricco di vita e che la vita stessa quasi sicuramente ha avuto origine proprio nelle profondità marine, mi fa apparire la prima interpretazione meno plausibile.

SINDACATO

L'origine del termine sindacato è molto interessante, soprattutto considerando la sua duplice (e anche sorprendente per i più) accezione di "associazione di lavoratori" e nel linguaggio economico-aziendale di "patto fra imprenditori".

Sicuramente, il  termine è nato in Francia, nella forma syndicat, (anche se i primi sindacati "moderni" sono nati con le trade-unions inglesi) che deriva dal greco sýndikos, unione di syn, insieme e dike, giustizia.

Il "syndakos" era infatti una sorta di avvocato, colui che "faceva giustizia insieme" alle parti e per usare una categoria moderna: un mediatore di "classe".

Da tale significato, deriva il termine moderno che indica quella particolare associazione di interessi comuni (siano quelli dei lavoratori o quelli degli imprenditori) volta a "spuntare" le condizioni migliori possibili in una trattativa.

BIONDO

L'etimologia della parola biondo è alquanto incerta. L'ipotesi più diffusa è che il termine biondo derivi dal germanico blund. Ma anche nell'antico franco troviamo la parola blaud (da cui l'antico francese blond) che esprimeva l'idea di delicatezza, di morbidezza (colore delicato dei capelli).
Qualcun altro ricollega la parola biondo al latino blundus da ablundus, a sua volta da albundus (stessa radice di alba) cioè dai capelli chiari come il colore dell'alba.

Piccola curiosità: secondo un moderno studio condotto dall'università di Edimburgo i capelli biondi fecero la loro comparsa fra gli umani circa 10.000 anni fa verso la fine dell'era glaciale come anomalia genetica. La teoria sostiene che la diffusione dei capelli biondi è dovuta a una selezione sessuale, infatti le donne con i capelli biondi avrebbero un maggiore numero di estrogeni e quindi una fertilità maggiore. Un dato a sostegno di questa teoria è la rapida diffusione dei capelli biondi in determinate aree come il Nord ed Est Europa, infatti senza una precisa selezione i biondi avrebbero necessitato di 850.000 anni per prevalere sulla popolazione bruna.
(tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Biondismo )

SCARABOCCHIO

L'etimologia della parola scarabocchio si ricollega al latino  scarabeus =scarabeo, scarafaggio ,poi trasformatasi in forma peggiorativa in scarabunculus. Infatti, lo scarabocchio è una macchia o, in senso lato, un'insieme di linee o disegni senza un  preciso significato, che ricordano, appunto, la forma di uno scarafaggio.

ESTATE

L'etimologia della parola estate si riconduce alla radice sanscrita idh- o aidh- che esprime l'idea di ardere, infiammare, accendere. Radice che ritroviamo nel greco αἴθω (aitho) = ardere e poi, nel latino aestas = calore bruciante da aestus = calore.

CALIFFO

L'etimologia della parola califfo è da ricondursi all'arabo خليفة (khalīfa) = vicario, sostituto, facente funzione, reggente, successore. Nell'Islam il califfo è il successore del profeta Maometto, preposto alla guida politica e spirituale della comunità islamica universale di cui costituisce la massima magistratura.

CUCCHIAIO

L'etimologia della parola cucchiaio si riconduce al latino cochlearium  da cochlea = chiocciola, conchiglia. Il cochlearium, infatti, era un attrezzo di forma concava e con il manico appuntito, utilizzato per svuotare e mangiare le chiocciole o le uova. Non è escluso che i primi di tali utensili fossero fatti con i gusci delle conchiglie.

NAZIONE

L'etimologia della parola nazione è radicata sicuramente nella lingua latina: natio, infatti, significa nascita, termine che individua varie comunanze che legano gli individui sì da trasformarli in popoli. Prima  tra tutte, l'identità di nascita in uno stesso luogo geografico, ma anche di lingua parlata, di religione, di usi e di costumi etc, sono legami forti che aggregano ed integrano gli individui nel proprio gruppo di appartenenza ove l'io individuale convive col noi collettivo. In origine, nel mondo romano, il termine "natio" si riferiva alla provenienza da una stessa zona geografica, ma anche alla comune origine etnica o culturale. Successivamente, nella tarda età medievale, la parola cominciò ad assumere un significato più specifico, identificando comunità di persone che condividevano una stessa lingua, cultura, religione, tradizioni, leggi e costumi. Questo tipo di comunità, definite "nazioni", erano spesso legate da un senso di appartenenza e di identità collettiva. Nel corso del XVI e XVII secolo, la parola "nazione" iniziò ad assumere un significato più politico e fu utilizzata per indicare l'insieme dei cittadini di uno stato, che avevano un comune interesse nell'essere governati da una stessa autorità politica. Questo concetto di "nazione" si basava sul principio di sovranità popolare, ovvero il diritto del popolo di autogovernarsi e di scegliere i propri rappresentanti politici. Con la Rivoluzione francese, il concetto di nazione raggiunse la sua massima espressione, diventando un elemento fondamentale dell'ideologia nazionalista. La nazione fu definita come un'entità politica, culturale e sociale, che aveva come fondamento l'identità nazionale, ovvero la condivisione di una stessa lingua, storia, cultura, religione e tradizioni. L'ideologia nazionalista, basata sull'esaltazione dell'identità nazionale, ebbe un enorme impatto nella storia europea del XIX e XX secolo, culminando con la nascita di molti stati-nazione, come l'Italia e la Germania, e con il fenomeno dell'imperialismo e del colonialismo. Oggi, il termine "nazione" viene utilizzato per indicare un'entità politica sovrana e indipendente, formata da un popolo che vive in un territorio definito e che è governato da un sistema politico e giuridico proprio. La nozione di nazione rimane comunque un concetto complesso e controverso, che può assumere significati diversi in base al contesto storico, politico e culturale in cui viene utilizzato. Il concetto di nazione ha avuto un'importanza fondamentale nella storia moderna e contemporanea, soprattutto in relazione alla formazione degli stati-nazione. Gli stati-nazione sono stati creati sulla base dell'idea che il popolo di un determinato territorio debba avere il diritto di autodeterminazione e di autogoverno, e che la sovranità politica debba appartenere al popolo stesso. In questo senso, la nazione ha rappresentato una forza motrice per la creazione di nuovi stati e per l'affermazione della democrazia come forma di governo. Tuttavia, il concetto di nazione ha anche avuto implicazioni negative, soprattutto in relazione al fenomeno dell'etnocentrismo e del nazionalismo. L'etnocentrismo si basa sulla convinzione che la propria cultura, lingua e religione siano superiori alle altre, e può portare a forme di discriminazione e di intolleranza verso gli individui e i gruppi che non appartengono alla propria nazione. Il nazionalismo, invece, è un'ideologia che esalta l'identità nazionale e che può portare alla negazione dei diritti e delle libertà degli individui e dei gruppi che non condividono la stessa identità. 


CIBO

L'etimologia della parola cibo si riallaccia alla radice kap- che ritroviamo nel greco καπτω (kapto) e poi nel latino capio cioè prendere, assumere. In sostanza, il cibo altro non è che la quantità di nutrimento gli animali assumono, prendono per alimentarsi e mantenersi in vita, mentre gli uomini, anche per pura gola....

EXPO (NUTRIRE il PIANETA, ENERGIA per la VITA)

Si avvicina il grande evento che vedrà coinvolta la città di Milano e l'Italia in generale: stiamo parlando di EXPO.
Il tema di queste Esposizione Universale è "Nutrire il pianeta, energia per la vita" e con questo post vorremmo approfondire le parole chiave che lo compongono, attraverso lo studio della loro origine.

Nutrire -> dalla radice na o nu (che troviamo anche in naturale) che significa "colare, gocciolare" e indica metaforicamente il latte che sgorga dal seno materno.

Pianeta -> questo termine trova nel latino il suo corrispondente diretto "planeta", questi a sua volta risale al greco "πλάνητες" (planetes), che significa "coloro che errano, vagabondano" nello spazio.

Energia -> deriva dal greco "ἐνέργεια" (enérgeia) e risulta composto dalla particella rafforzativa "en" e da "ergon" che significa fatto, azione; l'energia è quindi quella particolare capacità d'agire che richiede vitalità e forza.

Vita -> da ricondursi alla radice ariana giv- ed, in particolare, al sanscrito g'ivathas = vita, dove la g' aspirata è stata sostituita dalla v nel latino arcaico vivita che, a sua volta, si è contratta nel latino vita. Questo è un termine particolare, perché potremmo considerarlo "originario": non ha altro significato se non quello che tutti conosciamo.

In sostanza, questa manifestazione, tutta centrata sulla valenza simbolica e materiale dell'alimentazione, dovrebbe dirci: dobbiamo nutrire "coloro che errano" come farebbe una mamma, in modo che tutti abbiano la possibilità di vivere al pieno delle proprie possibilità, sfruttando tutte le proprie forze.

Buona EXPO a tutti!

ALBA - AURORA

Alba e aurora sono termini che nel linguaggio diffuso sono usati come sinonimi, in realtà essi indicano due momenti diversi della giornata che l'etimologia ci aiuta a distinguere in modo inequivocabile.

Infatti alba deriva dall'aggettivo latino albus che indica il colore bianco e quindi per estensione quella luce bianca che si può scorgere immediatamente prima del levar del sole.

Aurora, invece, deriva dalla radice sanscrita us (spesso indicata anche con vas) e ampliata in aus e che indica lo splendore della luce, l'ardimento e che ritroviamo anche nell'aggettivo aureo. Questo termine indica, dunque, i primi momenti del sorgere del sole e che quindi seguono l'alba.

Un ringraziamento ad una nostra curiosa lettrice che, ponendoci la domanda, ci ha permesso di approfondire la questione.

TRADIZIONE - TRADIMENTO - TRADUZIONE

Una nostra amica ci chiede su twitter:

 #traduzione #tradimento #tradizioni le prime due #parole so che hanno radice comune ma la terza? Come sempre #grazie :-)

La risposta è molto interessante (come in effetti lo è stata la domanda) e la estendiamo a tutti i nostri lettori.

Sorprendentemente, infatti, tradizione e tradimento, che nel nostro immaginario sono due parole molto distanti fra loro, derivano entrambe dal verbo latino "tradere", letteralmente consegnare.

Nel primo caso, dunque, la consegna riguarda tutto ciò che viene passa dalle mani di una generazione a quelle di un'altra, per salvaguardarlo dallo scorrere nel tempo; nel secondo caso, invece, la consegna riguarda qualcosa che dovrebbe essere protetto (il termine era molto usato nel linguaggio bellico: "tradire una città" significava proprio cederla ai nemici di nascosto, poi il termine ha indicato per estensione il venir meno ai doveri più importanti).

Traduzione invece deriva dall'unione di "trans" e "ducere" e significa "condurre oltre", nell'accezione attuale quelli che si oltrepassano sono proprio i confini linguistici.

Quindi, diversamente a quanto si poteva credere la radice comune è da ritrovarsi fra "tradizione" e "tradimento", traduzione ha un'origine e un significato estraneo ai primi due termini.

Buona serata a tutti i nostri lettori!

CAVALLO

L'origine del termine cavallo è molto interessante, infatti, mentre molti termini presentano una continuità tra la versione greca e quella latina, in questo caso troviamo tre sostantivi molto diversi tra loro e che tuttavia sono pervenuti tutt'e tre nella nostra lingua.

Infatti, fra i sostantivi che indicano questo bellissimo animale troviamo:

- ἵππος "hippos" dal greco e da cui deriva ippica; 

- equus  dal latino classico e da cui deriva equitazione;

- caballus dal latino volgare e da cui deriva il nostro termine comune cavallo.

Piccola curiosità: è molto interessante notare come nel nostro lessico comune sia arrivata la versione del latino volgare, versione che molto spesso si è persa a causa della mancanza di scritti e che risulta molto preziosa per coloro i quali vorrebbero ricostruire la parlata latina comune (che sfortunatamente è molto lontana dal latino scolastico).

DIVISIONE

Una nostra gentile lettrice ci ha richiesto l'etimologia della parola divisione ed in particolare se essa ha a che vedere con il prefisso greco "dus-" poi seguito da "visione"e quindi se "divisione" derivasse da un concetto di "non-visione", come dire "impossibile alla vista", dunque non visibile. 

Per prima cosa, grazie per la segnalazione. Purtroppo, tra impegni familiari e lavorativi non sempre riusciamo a soddisfare le richieste che arrivano attraverso il sito e che comunque potete fare presente in modo immediato attraverso questo indirizzo e-mail etimoitaliano@outlook.com  o attraverso il nostro account twitter  @etimoitaliano.

Per quanto riguarda la questione etimologica, effettivamente il verbo dividere, da cui divisione, sembra derivare dall'unione tra il prefisso dus-, che poi è diventato dis- e la radice vid- che alcuni ritrovano in videre
Quindi, "dis" ci darebbe l'idea della separazione, (piuttosto che quella di negazione) e "vid" quella di una dimensione interna (in lituano vidus significa proprio centro).
In tutti i casi, la nostra interpretazione del termine "divisione" non sembra essere compatibile con "non-visione". Anzi, l'analisi, la divisione per eccellenza, sembra proprio andare verso la direzione opposta: la divisione sarebbe, infatti, un "separare per capire", un "dividere per arrivare al centro" e quindi, al contrario, piuttosto che una "non-visione", una visione ancora più profonda.

PASQUA

L!etimologia della parola Pasqua è da ricondursi all'ebraico pesach = passaggio
Nell'ebraismo la Pasqua indicava sia il passaggio dell' Angelo della morte che avrebbe risparmiato i primogeniti del popolo eletto qualora avesse trovato sugli stipiti degli usci il sangue degli agnelli pasquali immolati secondo prescrizione divina, sia il passaggio dalla schiavitù alla libertà degli Ebrei con l'attraversamento del Mar Rosso.
Nel Cristianesimo, la Pasqua indica il passaggio definitivo dalla morte alla vita di Gesù Cristo che avviene con la resurrezione ma anche, il passaggio, la trasformazione delle specie eucaristiche, pane e vino nel corpo e nel sangue del Signore.

SACRIFICIO

L'etimologia del termine sacrificio è molto interessate, infatti essa è riconducibile all'unione dell'aggettivo "sacer" e del verbo "facio", che significano letteralmente "rendere sacro".
Quindi, il termine che usualmente indica uno sforzo, una privazione, un dolore, generalmente sopportato per il bene di altri, racchiude in sé un senso di sacralità che scaturisce proprio dalla nobile azione dell'uomo.

PRIMAVERA

L'etimologia del termine primavera è molto interessante e ha origini molto antiche. Essa risulta composta da due termini "prima" e "vera", proprio su quest'ultimo è necessario puntare lo sguardo. Infatti è possibile ricondurre "vera" alla radice sanscrita vas- (che ritroviamo sia in alcuni dialetti che in alcune lingue dell'area balcanica)  che significherebbe "ardere, splendere" e che per estensione ha finito per indicare anche l'estate.
Semplicemente, quindi, la "Prima-vera" è la "stagione prima dell'estate" e anche se questa etimologia non ci ha rivelato particolari sorprese, sicuramente ci aspettiamo che questa bellissima stagione ci sorprenda con le sue bellezze!

RISPETTO

L'etimologia del termine rispetto è da ricondursi al participio perfetto del verbo latino "respicere" (respectus); puntando l'attenzione sulla forma infinita, notiamo che essa è composta dal prefisso "re-" seguito da "spicere", traducibile letteralmente con "guardare di nuovo",  da qui la nostra espressione "avere ri-guardo per qualcuno".

MIRACOLO

L'etimologia del termine miracolo è molto semplice, infatti esso ha un diretto corrispondente nel latino miraculum, forma sostantivata derivata dal verbo miror, che significa meravigliarsi.
Un miracolo dunque è una "cosa meravigliosa", un evento inspiegabile, al di sopra delle leggi naturali. 

Diverso è il senso della parola che troviamo nei vangeli Cristiani, esso infatti è traduzione del greco σημεῖον (semeion) che letteralmente significa segno e che indica quei gesti compiuti da Gesù Cristo, rivelatori di una natura non solamente umana....

ECLISSI

L'etimologia della parola eclissi deriva dal latino eclipsis, in greco antico ἔκλειψις (ekleipsis), da ἐκλείπω = abbandonare. Il termine eclissi è utilizzato generalmente in astronomia per indicare un "abbandono", un mancamento dalla visuale di un corpo celeste, a causa del collocamento tra esso e la fonte di luce che lo illumina, di un'altro corpo celeste. Oppure viene utilizzato, in senso figurato, per indicare il mancamento, il nascondimento di qualcosa o di qualcuno.

PUDORE

L'etimologia della parola pudore è da ricondursi al  latino pudor da pudere  = non avere coraggio ed, in senso più ampio, provare vergogna. Andando più alle origini, l'etimologia di pudore di ricollega alla radice indoeuropea pud- = colpire, abbattere, a sua volta derivata dalla più antica radice sanscrita pav- o pau-, variata in pu- che esprime, appunto, l'idea di essere colpito, abbattuto dalla vergogna.
Un'altra, non meno interessante, interpretazione etimologica della parola pudore individua nel greco παιδία (paidìa) = fanciullezza, ricollegandosi al sentimento di vergogna tipico dell'eta infantile ed adolescenziale.

MISTERO

L'etimologia della parola mistero si riallaccia al latino mysterium, dal greco μυστήριον (mystérion) = segreto, arcano, a sua volta  da μύστης (mýstēs) = iniziato, termine che trae origine da μύω (myō) μυεω (myeō) = sto chiuso o mi chiudo. All'origine del verbo greco pare vi sia la radice indoeuropea mu- che vuol dire stare con gli occhi e con la bocca chiusi. Pertanto, l'accezione più diffusa della parola mistero significa ciò che è inspiegabile o inaccessibile  alla comprensione, alla conoscenza, alla ragione umana, in quanto ne va oltre... e che quindi, costituisce un segreto, il cui svelamento costituisce al contempo, soluzione al problema che il segreto stesso rappresenta e rivelazione per il mistero che li racchiude....

GIUBILEO

Siamo tutti abituati a sentire il termine Giubileo con riferimento ad una particolare ricorrenza che la Chiesa Cattolica intende celebrare in modo particolare e in un tempo particolarmente esteso. Esso solitamente ricorre ogni 25 anni oppure può essere indetto per qualche particolare ragione.

Focalizzando l'attenzione sull'aspetto linguistico notiamo che il termine non ha un'origine latina (è un falso amico del termine giubilo), come si potrebbe facilmente immaginare, ma si inserisce nella tradizione giudaica. In modo particolare esso deriva da jubel, che in ebraico significa montone e che per estensione indicava anche il corno dell'animale usato per annunciare l'anno santo per gli Ebrei.

Di seguito il testo che, tradizionalmente, si crede abbia istituito questa ricorrenza: 

« Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé. Né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo, esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo.» 

DONNA

L'etimologia della parola donna si riallaccia senza dubbio alla forma sincopata dŏmna del latino domĭna (femminile di dominus) = signora, padrona. Interessante osservare che anche il termine corrispondente in francese, dame  deriva da domne  parimenti derivato da domina. La parola "domina" era utilizzata nell'antica Roma per indicare la moglie del padrone di casa, colei che aveva l'autorità sulla casa e sugli schiavi.  Nel corso dei secoli, il termine "domina" ha assunto anche il significato di "regina" o "imperatrice", per indicare donne di alto rango sociale. Ad esempio, l'imperatrice Teodora, moglie dell'imperatore bizantino Giustiniano, era conosciuta come "domina" e aveva un ruolo di grande importanza nella corte imperiale. In epoca medievale, il termine "domina" ha dato origine alla parola italiana "dama", che indicava una donna di alto rango, spesso legata alla corte del sovrano. La parola "dama" è ancora oggi utilizzata per indicare una donna di classe elevata. Con il passare dei secoli, il termine ha iniziato ad assumere un significato più generale per indicare le donne in generale, In questo modo, il termine "donna" ha perso la connotazione di "padrona di casa" o "regina" e ha assunto un significato più ampio per indicare le donne di ogni estrazione sociale. Esiste anche una forma sincopata da dominus, al maschile, cioè "don" che viene usata nel linguaggio contemporaneo come titolo per indicare un sacerdote o un personaggio "di rispetto"...
Paradossalmente, mentre l'etimologia della parola uomo (clicca qui) rimanda al latino humus (da cui il termine umile), al contrario, quella della parola donna esprime tutta l'importanza ed il potere che ebbe il matriarcato nelle antiche civiltà  e nelle antiche culture del Mediterraneo.


Simbolo della Donna

BIANCO

l'etimologia della parola bianco si ricollega all'antico alto tedesco blanch, poi divenuto blank = splendente, bianco. Il termine bianco fu originariamente usato per indicare il luccichio del metallo delle armi ( da cui l'espressione "arma bianca" che indica la brillantezza di una spada o di un'arma simile). Ma subito, assunse un impiego più ampio per significare il colore più chiaro, il più splendente fra tutti, risultante dalla somma dei sette colori dell'iride.

CARISMA

L'etimologia della parola carisma è da ricondursi al greco χάρισμα (chárisma) = dono, grazia,  a sua volta dal dal sostantivo χάρις (cháris) = grazia. Usato  in ambito della religione cristiana  per indicare un dono soprannaturale (come la profezia o il dono di operare guarigioni), il termine carisma è utilizzato ampiamente anche in modo figurato nel senso di prestigio personale che deriva da innata capacità di trasportare, di coinvolgere emotivamente gli altri, grazie al fascino esercitato dalla personalità, appunto, "carismatica".

CANTO

L'etimologia della parola canto si riconduce al verbo latino  cănĕre =cantare, il cui supino è appunto cantum. Prima ancora, dalla radice sanscrita kan-  (kanati o kvanati = risuonare, gridare, lamentarsi).
Un'altra interpretazione, individua l'origine del verbo latino cănĕre (o căsnĕre) dal sanscrito can's-ati = raccontare, celebrare (da cui anche can's-a = inno, preghiera). In senso più ampio, il canto è il suono ottenuto mediante la modulazione della voce utilizzata come vero e proprio strumento musicale.

SOGNO

L'etimologia della parola sogno si riconduce al latino somnium = sonno, a sua volta dalla radice sanscrita svap- (svapnja in sanscrito vuol dire sonno), poi nel greco ὕπνος (ypnos)= sonno, prima ancora σ-ὕπνος (s-ypnos). In origine quindi, sogno e sonno erano un tutt'uno e sonno e sogno non si distinguevano. Nell'uso attuale dei due termini, invece, il sogno è quella parte del sonno in cui l'inconscio (durante la cosiddetta fase REM) produce delle immagini relative a situazioni che, a volte, sono talmente precise da sembrare reali, a volte talmente sgradevoli, strane ed inverosimili da sembrare illusioni, incubi, allucinazioni, deliri; oppure, al contrario sono talmente piacevoli da spiegare l'utilizzo della parola sogno come sinonimo di bellezza, di meraviglia, di splendore, di incanto, di speranza. 
In ogni caso, nella vita è importantissimo non smettere mai di sognare....

RESTARE e RIMANERE

La nostra lettrice Gaia, su Twitter, ci chiede se esista una differenza etimologica tra i verbi sinonimi restare e rimanere, rispondiamo qui in modo da poter offrire la risposta a tutti i nostri amici (visto anche che supererà i 150 caratteri concessi dal cinguettio).
In realtà i due verbi sono molto affini, in entrambi troviamo il prefisso re- (trasformatosi in ri- per motivi fonetici) che chiaramente indica la ripetizione dell'azione.
Se c'è qualche differenza essa va colta nel verbo "base": nel primo caso stare (dal verbo latino sto) che ha mantenuto lo stesso identico significato in Italiano, per cui restare significa proprio "stare di nuovo".

Rimanere, invece, trova il suo corrispondente latino in remanere, composto del verbo maneo, che deriva a sua volta dal verbo greco meinen, traducibile in fermarsi, sostare.
Dunque, a parere di chi scrive, oltre alla diversa origine, una più "latina" e l'altra più "greca", i due verbi assumono due sfumature leggermente diverse, infatti, il primo sembra darci più un'idea di staticità, mentre il secondo suggerisce l'idea di un movimento che si interrompe.
Grazie a Gaia per la domanda e a tutti quelli che vorranno porci i loro dubbi .

MONETA

Il termine moneta ha un'origine molto interessante, infatti, essa è riconducibile ad un appellativo dato ad una statua della dea Giunone presente all'interno della zecca romana chiamata proprio "Moneta".
Questo nome deriva a sua volta dal verbo latino moneo e nel suo corrispondente greco monyo, intesi nell'accezione di avvisare, ammonire, cosa che avrebbe fatto la dea Giunone ogni qual volta si fosse avvicinato un grave flagello per il popolo romano.

Un'altra interpretazione, facendo leva sul prefisso -eta, che indicherebbe un'inconfutabile origine greca, fa risalire il termine direttamente al sostantivo monytes che significa indicatore, intendendo,in modo coerente la moneta come rappresentante di un valore che va aldilà di quello dell'oggetto in sé.  

TIFO

L'etimologia della parola tifo è riconducibile alla radice sanscrita dhu- = agitare, eccitare, muovere... Da questa radice, il greco τῦϕος (thyphos) = vapore, fumo, ardore.... Per cui, nel linguaggio comune, il termine tifo rappresenta una condizione psico-emotiva di agitazione, di passione, di ardore a volte violento come se l'animo o meglio la ragione del tifoso fosse momentaneamente offuscata, "affumata" da impeto fanatico. In medicina, la parola tifo indica una nota malattia infettiva che colpisce l'intestino caratterizzata da febbre alta che causa delirio ed intorpidimento cerebrale (l'offuscamento di cui sopra), infezione del sangue, e, se non curata adeguatamente, la morte.

SICARIO

L'etimologia della parola sicario è da ricondurre al latino sica cioè un pugnale o "spada corta" con lama ricurva, in uso tra gli antichi Romani, generalmente per compiere omicidi su commissione, essendo un'arma dalle dimensioni ridotte e, pertanto, facilmente occultabile sotto le vesti. Il termine sica deriva, a sua volta, dal verbo latino secare, appunto tagliare....

PASTA

L'etimologia della parola pasta si ricollega al latino tardo pasta che, a sua volta, deriva dal  greco πάστη (paste) = farina mescolata con acqua e sale. Questo squisito "intruglio" ha dato vita ad una miriade di formati e di qualità di quella che è una pietanza fondamentale della cucina italiana a tal punto da diventarne un'icona.

PIZZA

L'etimologia del termine pizza ha interessato molti studiosi nel corso dei secoli, i quali hanno formulato diverse ipotesi sull'origine di questo termine che possiamo sintetizzare in due "filoni" di pensiero:

-il primo fa risalire il termine pizza a pinsa (tra l'altro ancora in uso per indicare un particolare tipo di focaccia di origini laziali),  participio passato del verbo pinsere, che significa pestare o pigiare e che a sua volta deriverebbe dal greco πηκτός (pektos) che significa proprio infornato (da quest'ultimo deriverebbe anche πίτα, pita termine greco che indica un pane tipico del paese ellenico).

-il secondo, invece, ipotizza che il termine abbia tratto origine dall'alto tedesco d'Italia, trovando una corrispondenza con bĭzzo-pĭzzo, tesi avvalorata dal sostantivo Bissen che in tedesco indica un pezzo di pane e dalla diffusione del termine pizza che sembra partire proprio dai domini longobardi nel sud Italia di lingua germanica. 

La vasta diffusione del termine pita nell'area balcanica, tuttavia, sembra avvalorare la prima tesi, in effetti il dibattito è ancora in corso e noi nel frattempo possiamo solo gustare uno dei capolavori della cucina italiana... ;)

POTERE

L'etimologia di potere è chiarissima, infatti essa è riconducibile direttamente al verbo latino poteo e in particolare ad una forma arcaica dell'infinito posse, che è proprio potēre.
Questo semplicissimo termine che indica proprio la capacità di "poter fare qualcosa", ha assunto nel tempo anche l'accezione di capacità di "imporre il proprio volere a qualcun altro".
Il termine stesso, però, rimanda ad alcune "precauzioni" nell'utilizzo di questa facoltà, infatti la radice "pa-" a cui esso sembra ricondurre, è la medesima che forma i termini "pane" o "padre", suggerendo un senso di protezione ma anche di dominio, che chiunque abbia responsabilità su qualsiasi cosa o persona dovrebbe bilanciare.

PARADISO

L'etimologia della parola paradiso è da ricondursi al sanscrito  pari- =intorno + deha = zona, reparto, espressione acquisita dal persiano  pairidaēza (dall'unione di  pairi- = intorno e daēza = reparto), poi dal greco παράδεισος (paràdeisos) = giardino, parco ed infine dal latino paradisus. L'etimologia di paradiso, dunque, mette in luce l'originario significato della parola: un luogo o uno stato, una condizione di beatitudine, di santità (santo significa appunto "separato") nettamente separata, anzi meglio, "circoscritta", riservata agli eletti.